Musica e politica vanno raramente d’accordo. L’ultimo caso è scoppiato negli Usa dove Dr Dre ha intimato alla repubblicana della Georgia Marjorie Taylor Greene, vicina alle posizioni di QAnon di rimuovere la sua canzone Still da un video postato su Twitter in cui celebrava l’elezione di Kevin McCarthy a speaker della Camera.

Marjorie Taylor Greene, tra complottismi e antisemitismo
Il rapper ha ricordato di non aver permesso l’utilizzo del brano, per di più a una politica complottista. Tra i post di Greene si trovano infatti teorie stravaganti sulle sparatorie di massa nei licei, attacchi antisemiti contro i Rothschild e altre “amenità” varie. Un bestiario caro all’estrema destra e agli adepti di QAnon. Nel video incriminato si vede MTG avanzare tra le sale del Congresso al rallentatore mentre sorride e ribadisce il ruolo avuto nel sostenere McCarthy. Il tutto accompagnato dal riff al piano di Still, singolo del 1999 di Dre e Snoop Dogg.
Gli avvocati di Dre hanno inviato a Greene una lettera accusandola di «sfruttare ingiustamente» la sua musica «per promuovere un programma politico divisivo e odioso». Concetto ribadito dallo stesso Dre, al secolo Andre Young, a TMZ e al LA Times. «Non concedo in licenza la mia musica ai politici, specialmente a qualcuno così divisivo e odioso», ha dichiarato il rapper. In poche ore, il video è stato rimosso da Twitter «in risposta a una segnalazione del proprietario del copyright».

LEGGI ANCHE: Salvini e gli scippi musicali: da La Rappresentante di Lista a Vasco
Greene non si è limitata a incassare ma ha rilanciato mettendo in dubbio la moralità di Dre, ricordando il suo passato di Gangsta rap e produttore di artisti come
Snoop Dogg, 50 Cent ed Eminem. «Anche se apprezzo la progressione creativa degli accordi», ha sottolineato la repubblicana a TMZ, «non suonerei mai le tue parole di violenza contro le donne e gli agenti di polizia, e la tua glorificazione della vita da delinquente e della droga».