Dopo la Z, una fascia bianca: il nuovo simbolo del sostegno a Putin
Si tratta di un riferimento alla “finta” strage di Bucha. Le immagini con la benda sul braccio spopolano sul social network russo Vkontakte.
La Z dipinta sui carri armati rimane, ma a questa lettera dell’alfabeto si è aggiunto un nuovo segno di riconoscimento del sostegno alla Russia e alle scelte militari volute dal presidente Vladimir Putin. L’appoggio a quella che viene definita “operazione speciale” dal Cremlino viene adesso testimoniata anche da una fascia bianca stretta sul braccio: un riferimento al massacro di Bucha, che secondo la propaganda russa è stata una messinscena ucraina.
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Sul “Facebook russo” spopola l’hashtag #BelajaPoVjaZka
Il ministero della Difesa russo, seppure non ufficialmente, aveva chiarito che la Z rimandava a “za pobedu”, che in russo significa “per la vittoria”. Le bacheche di Vkontakte, il Facebook russo, si stanno ora riempiendo di foto in posa con il nuovo simbolo dell’orgoglio patriottico: una fascia bianca sul braccio, con le immagini accompagnate dall’hashtag #BelajaPoVjaZka (“Benda bianca”). Quale sarebbe il riferimento alla strage di Bucha? Molte delle vittime del massacro, messo in atto dalle truppe nella cittadina a est di Kiev, sono state rinvenute con le mani legate dietro la schiena da bende bianche. Un modo semplice, spiegano gli utenti di Vkontakte per esprimere il sostegno «ai nostri ragazzi» impegnati in Ucraina e per «mostrare solidarietà a quei pacifici ucraini che hanno sofferto o sono morti a causa del fuoco indiscriminato delle forze armate ucraine e dei battaglioni nazionalisti».

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Secondo Aleksandr Kots, inviato di Komsomolskaja Pravda (quotidiano russo fondato nel 1925 come organo ufficiale del Komsomol, cioè l’organizzazione giovanile del Partito Comunista dell’Unione Sovietica) , «i nastri bianchi sono i segni di riconoscimento russi», ma «li indossavano anche i civili nei centri controllati dall’esercito russo» che per questo sarebbero «stati fucilati dai battaglioni ucraini di difesa territoriale». Una versione, questa, già contestata da Kiev.