Esce oggi nelle sale italiane Women Talking (nella foto di apertura), film di Sarah Polley con Rooney Mara e Claire Foy che si basa sul romanzo Donne che parlano di Miriam Toews. Un titolo emblematico che, però, è in netto contrasto con il cinema degli ultimi 12 mesi. Un recente studio della San Diego State University sui 100 maggiori incassi del 2022 ha infatti scoperto come le donne recitino poco meno del 40 per cento delle battute. La maggior parte dei protagonisti è infatti di sesso maschile, con una singolare eccezione soltanto nell’horror. La forbice si allarga ancora di più se ci si concentra sulle varie etnie e sull’età dei soggetti.

LEGGI ANCHE: Festa della donna, i migliori film da guardare l’8 marzo
I dati del sondaggio statunitense sul ruolo delle donne nel cinema
Il rapporto è opera del Center for the Study of Women in Television, dipartimento dell’Università di San Diego. I ricercatori hanno analizzato oltre 2100 personaggi nei 100 film di maggiore incasso del 2022 tra cui, per citarne alcuni, Avatar – La via dell’acqua e Top Gun: Maverick. Hanno scoperto che solo il 33 per cento dei lungometraggi vanta un protagonista femminile, in linea con la tendenza negli ultimi anni. Si tratta comunque di un miglioramento sostanziale rispetto a 20 anni fa, quando le donne erano al centro della scena solo nel 16 per cento dei casi. Curiosamente, la situazione cambia nettamente se ci si focalizza sul genere horror, dove si concentra il 43 per cento delle donne protagoniste. Per il 2023 basti pensare a Scream VI, in uscita domani 9 marzo, con Jenna Ortega e Hayden Panettiere.
Non va meglio se si allarga il focus sui personaggi principali, ossia non esclusivamente protagonisti ma «strumentali allo svolgimento dell’azione». Le donne sono appena il 38 per cento del totale e, soprattutto, parlano molto meno rispetto agli uomini. Il report americano ha scoperto che i soggetti femminili vantano una battuta su tre del copione (37 per cento), lasciando gran parte del discorso a quelli maschili. Quanto alla presenza generale, l’80 per cento dei film presenta più uomini che donne, il 9 per cento una parità fra i generi e soltanto l’11 per cento ha più personaggi femminili che maschili. Fra questi ultimi spiccano il già citato Women Talking (uscito negli Usa lo scorso anno) e The Woman King con Viola Davis.
La maggior parte dei personaggi femminile ha tra i 20 e i 30 anni
Un altro dato che risalta all’occhio è l’età dei personaggi nei principali film al cinema. Soltanto il 14 per cento delle donne nel cinema ha più di 40 anni, dunque inquadrabile in un ruolo di comando. «Non si tratta solo di occupazione delle attrici», ha detto Martha Lauzen, fondatrice del centro che ha eseguito la ricerca. «Personaggi giovani significano meno potere personale e professionale». Una piccola eccezione sono Viola Davis e Cate Blanchett, rispettivamente per The Woman King e Tàr, che per Lauzen possiedono «serietà ed esperienza per ruoli di spicco». Gran parte dei personaggi femminili nel cinema ha un’età compresa fra 20 e 30 anni, mentre le controparti maschili superano abbondantemente i 40 anni di età.

Solo il 18 per cento dei personaggi femminili è di colore
La situazione non migliora se ci si concentra sulle differenti etnie dei personaggi femminili. Il 64,2 per cento dei soggetti con almeno una battuta nel copione è di origine caucasica, un dato che scende solo al 61,3 per i protagonisti. Soltanto il 18 per cento sono donne di colore, il 6,9 di origine latina, l’8,1 asiatiche e appena lo 0,8 per cento mediorientali e nordafricane. Del tutto assenti, in linea con lo storico degli ultimi 20 anni, le native americane. Chiude infine il dato sullo stato occupazionale e relazionale dei personaggi. Il 46 per cento dei soggetti femminili è sposato e il 65 per cento ha un lavoro facilmente identificabile. Infine una donna su due compare in scene di lavoro, mentre per gli uomini si sale al 72 per cento.