«Torneremo. In qualche modo, torneremo». Lo avevamo lasciato così, Donald Trump, nel suo ultimo discorso da Presidente degli Stati Uniti pronunciato il 20 gennaio scorso. Poi, insieme alla moglie Melania, sarebbe salito sull’Air Force One per raggiungere la residenza di Mar-a-Lago, in Florida, senza partecipare alla cerimonia di insediamento di Joe Biden.
Era stato un momento particolarmente difficile per il successore di Obama: la sconfitta alle elezioni di novembre, le accuse infondate di brogli e il sostegno agli assalitori di Capitol Hill, da lui stesso aizzati nel giorno in cui il Congresso avrebbe dovuto ratificare l’elezione di Biden. Ricordate? Era il 6 gennaio 2021, e Trump, davanti a una folla di suoi sostenitori, disse: «Cammineremo lungo Pennsylvania Avenue e andremo a Capitol Hill, e ci proveremo, e daremo ai Repubblicani il genere d’orgoglio e ardore di cui hanno bisogno per riprendersi il nostro Paese». Poco dopo, una massa inferocita assaltò il Campidoglio per impedire che il vicepresidente Mike Pence ufficializzasse la vittoria di Joe Biden e Kamala Harris. Negli scontri morirono cinque persone, tra cui un poliziotto, e 52 finirono in manette.
Trump torna in pubblico in Ohio
Da allora, Trump è sostanzialmente sparito, almeno fino a ieri 27 giugno. Tornato sul palco a Wellington, in Ohio, l’ex presidente ha parlato davanti a centinaia di persone per sostenere Max Miller, un suo ex advisor che, nello Stato del Midwest, affronterà alle primarie repubblicane Alexander Gonzalez (definito«un falso repubblicano»). Il comizio, come prevedibile, si è però spostato rapidamente dal locale al nazionale: Trump ha attaccato i colleghi di partito che gli hanno voltato le spalle, ha preso di mira il governo («Biden sta distruggendo la nazione sotto i nostri occhi») e ha iniziato la campagna elettorale: «Vinceremo nel 2022 (le Midterm, ndr) e nel 2024». Il tutto davanti a una folla in visibilio, che lo ritiene ancora il legittimo presidente degli Stati Uniti. Secondo un sondaggio Reuters/Ipsos, infatti, il 53 per cento dei repubblicani è convinto che abbia vinto le elezioni 2020. E, in molti vogliono che si ricandidi nel 2024. Ma a riguardo Trump non ha ancora sciolto alcuna riserva: «Il nostro movimento non è finito, è solo all’inizio, siamo una famiglia, una gloriosa nazione davanti a Dio. Renderemo l’America di nuovo potente, di nuovo ricca, di nuovo forte, di nuovo orgogliosa, di nuovo sicura. Renderemo l’America di nuovo grande». Insomma, nulla di nuovo: make America great again.
Trump e il ban dai social network
Il suo ritorno in pubblico (andrà in Texas, poi in Florida, per eventi simili) fa però sorgere una domanda: cosa ha fatto in tutto questo tempo? Nei quattro anni della sua amministrazione è stato sempre sulle prime pagine di giornali e in apertura di siti e tigi di tutto il mondo, più di ogni altro suo predecessore. Spesso, a diventare notizia erano i suoi tweet, da quelli più seri e minacciosi (ma comunque involontariamente ironici, come quando scrisse che «il suo bottone nucleare era molto più grande di quello di Kim Jong-un») a quelli più incomprensibili, come l’ormai famoso “Covfefe”. L’uso compulsivo dei social è stata una costante del suo mandato, ma ha subito un primo, improvviso stop proprio nelle ore seguenti all’assalto di Capitol Hill. Twitter, infatti, sospese definitivamente il suo account per evitare l’ulteriore diffusione delle violenze. A febbraio, poi, il social network annunciò che il ban sarebbe rimasto anche se Trump avesse deciso di ricandidarsi alla presidenza. Poi sono stati oscurati gli account che rilanciavano i suoi messaggi, e Facebook ha esteso la sospensione dei suoi profili (compreso quello di Instagram) per altri due anni.
Il fallimento del blog e l’attività sul sito
Nel frattempo, mentre hanno smesso di circolare voci relative a un suo personale canale tv per “affossare” Fox News rea di avergli voltato le spalle, Trump aveva lanciato un blog, From the Desk of Donald J. Trump (dalla scrivania di Donald Trump): online a maggio, è stato chiuso il 2 giugno per mancanza di seguito. Poco male: la homepage del suo sito è un continuo di comunicati, tutti dallo stesso titolo (“Dichiarazioni di Donald J. Trump, 45esimo Presidente degli Stati Uniti”), che ricalcano lo stile dei tweet. «Quando Biden cerca di prendersi meriti per la distribuzione dei vaccini, un sistema di distribuzione che è stato istituito dall’amministrazione Trump, dovrebbe ricordare che se non avessi acquistato, molto presto, miliardi di dollari di vaccino, flaconi, aghi e tutto il resto, lui e la sua amministrazione non avrebbero fatto le vaccinazioni fino a ottobre o novembre di quest’anno. Quindi lasciamoli andare avanti con la loro campagna falsa, i risultati delle elezioni false e i media falsi, ma senza l’operazione Warp Speed dell’amministrazione Trump, milioni di persone morirebbero in tutto il mondo che ora saranno salvate», si legge in uno degli ultimi. Insomma, non potendo più esprimersi sui social network, Trump ha iniziato a “twittare” sul suo sito: solo che, adesso, l’audience è molto inferiore a prima. Almeno quella su Internet.
Trump sotto inchiesta a New York
Lo scorso 19 maggio, poi, la procura distrettuale di New York ha reso noto che nei confronti della Trump Organization, la società che controlla tutte le proprietà e gli investimenti della famiglia, è stata aperta un’inchiesta penale: «Abbiamo informato la Trump Organization che la nostra indagine non è più esclusivamente di natura civile. Stiamo ora indagando attivamente in sede penale, insieme al procuratore di Manhattan», ha detto un portavoce di Letitia James, procuratrice generale di New York. Nel 2018 Cyrus Vance, procuratore distrettuale di Manhattan, aprì invece un’indagine sui pagamenti effettuati a due presunte amanti di Trump prima delle elezioni del 2016.
Al momento, i capi d’accusa di questa nuova indagine non sono noti, ma a finire sotto inchiesta potrebbe essere, oltre alla stessa organizzazione, anche il direttore finanziario Allen Weisselberg. L’ufficio di Vance ha affermato che l’indagine riguardava una «condotta criminale estesa e prolungata» della Trump Organization, tra cui i reati di frode fiscale e assicurativa e la falsificazione di documenti aziendali. «Una caccia alle streghe», secondo lo stesso Trump. Ora, agli avvocati dell’ex Presidente sono state date 24 ore di tempo per presentare documenti che possano far cadere le accuse. Di queste questioni Trump non se ne è occupato personalmente, ma è abbastanza probabile che ne abbiano condizionato le giornate.
Cosa fa Trump a Mar-a-Lago?
Ma come passa le giornate Donald Trump? Se l’è chiesto lo scorso aprile il Guardian: «Sappiamo poco di cosa stia facendo a Mar-a-Lago, ma la sua vita post-presidenziale è stata come la sua presidenza, non tradizionale». Analizzando alcuni post su Instagram si è scoperto che Trump ama sorprendere gli ospiti del suo resort, o ricevere visite ossequiose dei parlamentari repubblicani. E, fondamentalmente, ama farsi vedere: a fine marzo, l’ex presidente di è imbucato a un matrimonio – celebrato proprio a Mar-a-Lago – e ha parlato di Biden e delle sue politiche su Iran e Cina, prima di fare un brindisi a se stesso e, solo dopo, per la «coppia felice».