È arrivato il giorno in cui entrerà nella storia, anche se Donald Trump forse si aspettava un ingresso da una porta diversa. Invece il tycoon è pronto a diventare il primo tra i presidenti americani a essere messo in stato di fermo: è atteso in tribunale a New York per affrontare l’udienza del 4 aprile 2023 alle 14.15 ora locale (le 20.15 in Italia) a Manhattan. Uno spettacolo, suo malgrado, anche mediatico: sono stati ammessi i fotografi in aula, vietate però le telecamere. Fuori si temono sconti tra contestatori e fan, perché se Trump rischia di essere “finito” politicamente, il trumpismo ancora è vivo e lotta insieme a noi. Intanto The Donald, che nega qualsiasi illecito, deve rispondere di 30 capi d’accusa per frode legati al caso della pornostar Stormy Daniels. La Cnn ha messo in fila le questioni più calde da tenere d’occhio in questa giornata a suo modo storica.

Le accuse: violazione delle leggi sulle spese elettorali
Il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg deve comunicare i capi d’accusa contro Trump: si sa che l’indagine riguarda il pagamento di 130 mila dollari effettuato nel 2016 dall’ex avvocato del tycoon, Michael Cohen, alla pornostar Stormy Daniels, per comprarne il silenzio su una presunta relazione sessuale avuta con l’ex presidente una decina di anni prima. Il verbale del pagamento riporta che si trattava di spese legali: i pubblici ministeri affermano che ciò equivale a una falsificazione dei documenti aziendali da parte di Trump. Questi soldi furono sborsati verso la fine della campagna elettorale delle elezioni presidenziali del 2016, ed è proprio questo il punto: secondo l’accusa non sarebbero stati rendicontati correttamente, violando le severe leggi sulle spese elettorali dei candidati politici. Trump non lo fece per nascondere il pagamento o per occultare un reato ancora più grave? Il suo attuale avvocato, Joe Tacopina (che è anche presidente della Spal, la squadra di calcio di Ferrara), ha detto che il caso potrebbe includere 30 accuse separate, forse perché ogni assegno che The Donald ha staccato a Cohen sarebbe stato conteggiato separatamente.

La condanna: fino a 5 anni, ma sarà solo libertà vigilata o una multa
Il crimine contestato a Trump riguarderebbe dunque la violazione delle regole sul finanziamento della campagna elettorale: Cohen è già stato condannato per aver infranto quelle regole e per evasione fiscale in relazione al pagamento della pornostar. I pubblici ministeri ritengono che l’ex presidente abbia cercato di nascondere i suoi assegni alla signora Daniels perché non voleva che gli elettori sapessero dei rapporti sessuali tra i due. La maggior parte dei casi di frode comporta un massimo di cinque anni di carcere, sebbene sia comune che i detenuti vengano condannati alla sola libertà vigilata o a una multa. Anche se fosse ritenuto colpevole, è altamente improbabile che all’ex presidente possa essere legalmente impedito di candidarsi a future elezioni presidenziali: Trump dal canto suo ha chiarito che non abbandonerà la campagna per la Casa Bianca in vista del voto nel 2024.

Potrebbe aggiungersi un altro caso: il pagamento a una ex Playboy
Potrebbe non essere finita qui. I magistrati hanno fatto alcune domande ad almeno un testimone sul caso di altri 150 mila dollari che sarebbero stati elargiti da Trump a Karen McDougal, ex coniglietta dell’anno della rivista Playboy nel 1998. La signora McDougal sostiene di aver avuto una relazione sessuale con Donald nel 2006, lo stesso anno, tra l’altro, in cui Melania restò incinta e partorì Barron Trump. Il denaro sarebbe stato pagato dal National Enquirer, un tabloid, in quello che secondo i media era un tentativo di acquisire i diritti e impedire che la storia venisse pubblicata da qualsiasi altro organo di stampa.

La difesa di Trump: era solo un modo di difendere la famiglia da false accuse
Ma quanto è probabile che Trump venga condannato? Il procuratore Bragg dovrebbe dimostrare che l’ex presidente era consapevole di infrangere la legge e che abbia falsificato i documenti con l’obiettivo di aiutare la sua campagna presidenziale. L’accusa dovrebbe fare riferimento a una specifica legge di New York che impedisce ai candidati di cospirare «con mezzi illegali» per far avanzare la propria campagna, ha spiegato Jerry Goldfeder, un noto avvocato newyorkese. Gli avvocati di Trump dal canto loro dicono che il pagamento fu effettuato per proteggere la famiglia dell’ex presidente da false accuse, e che la cosa non fosse correlata alla sua corsa elettorale contro Hillary Clinton. Secondo il Washington Post, la Daniels stava minacciando di annullare il suo precedente accordo di non divulgazione della storia. La versione dell’avvocato Tacopina è che Trump «ha dovuto pagare perché ci sarebbe stata un’accusa pubblicamente imbarazzante per lui». Ma i tempi del pagamento non tornano e cadono proprio alla fine della campagna elettorale: un dato che potrebbe mettere in difficoltà la tesi della difesa.