Novak Djokovic rimane fermo sulle sue posizioni no vax. Contrario al vaccino per il Covid, il fuoriclasse serbo non disputerà gli US Open, che richiedono appunto la vaccinazione per gli atleti. A meno che qualcosa non cambi nel frattempo, il campione si limiterà ad assistere allo Slam statunitense da spettatore.

Djokovic, al Roland Garros con il pass da guarito
Nel corso di una conferenza stampa in vista del torneo di Wimbledon (per il quale non è richiesto il vaccino), che inizia il 27 giugno, Djokovic ha detto: «Tenuto conto delle circostanze, non mi è concesso entrare negli States. Mi piacerebbe andarci e giocare lì, ma per il momento non è possibile. Quindi tutto ciò è un’ulteriore motivazione per fare bene qui a Wimbledon». E poi: «Non c’è molto che io possa fare, quindi a oggi rinuncio. Dipende dal governo americano, e non da me». A Londra il tennista 35enne difenderà il titolo vinto l’anno scorso, in finale contro Matteo Berrettini: il torneo sull’erba londinese non vedrà la partecipazione di tennisti russi e bielorussi, esclusi dalla federazione britannica dopo l’inizio della guerra in Ucraina. La United States Tennis Association ha invece annunciato che consentirà ai giocatori dei due Paesi di prendere parte agli US Open come atleti neutrali. Proprio come accaduto al torneo del Roland Garros, che è stato vinto dall’eterno Rafa Nadal. Djokovic ha potuto giocare il torneo francese grazie al Green Pass da guarito.

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Djokovic, a gennaio l’esclusione dagli Australian Open
Com’è noto, Djokovic non ha potuto partecipare agli ultimi Australian Open e a Melbourne è stato protagonista di una situazione kafkiana: approdato in aeroporto senza certificazione vaccinale, è stato costretto alla quarantena in un Covid hotel, in attesa del verdetto finale di espulsione dal Paese.