Svelato il mistero sull’esenzione medica che, in teoria, avrebbe dovuto permettere a Novak Djokovic di fare ingresso in Australia e, di conseguenza, disputare il primo Slam della stagione senza sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid, come previsto dagli organizzatori. Come affermano i suoi legali in un documento depositato in tribunale a Melbourne, che cerca di ribaltare l’annullamento del suo visto per entrare in Australia, il tennista numero uno al mondo è stato esentato dalla vaccinazione perché ha contratto il virus il mese scorso: «La data del primo test positivo per la PCR Covid è stata registrata il 16 dicembre 202».

Djokovic, il caso diplomatico alla frontiera
Com’è noto, Novak Djokovic (o “Novax”, per i detrattori) è stato respinto alla frontiera australiana per problemi relativi al suo visto. In particolare, ai controlli sono sorti problemi relativi all’esenzione medica che, aveva annunciato, gli avrebbe permesso di partecipare agli Open d’Australia. Il campione serbo è stato così sistemato in un hotel per migranti, in condizioni definite disastrose dalla famiglia. Al punto che papà Srdjan è arrivato a paragonare il figlio a Gesù Cristo, per come è stato “crocifisso” dall’opinione pubblica e dal governo australiano. Che, nella persona della ministra degli Interni, Karen Andrews, ha smentito di aver posto Djokovic in stato detentivo, come sostenuto dall’entourage: «Non è prigioniero, ma al contrario è libero di lasciare il Paese quando lo desidera e la polizia di frontiera farà di tutto per agevolare la sua partenza».
Djokovic, ha partecipato a un evento proprio il 16 dicembre
La data del test positivo ha fatto nascere ulteriori polemiche. In questa data, Djokovic ha infatti postato sui social delle foto che lo ritraevano alla presentazione dei francobolli a lui dedicati dalle poste serbe. Evento che però in realtà si è svolto il giorno prima, proprio il 16 dicembre. Delle due l’una: o Djokovic ha scoperto di essere positivo poco dopo, oppure ha partecipato a un evento pubblico pur sapendo di esserlo.
Visualizza questo post su Instagram
Djokovic, già contagiato a giugno 2020
«Djokovic ha chiesto di essere trasferito dal centro in cui è stato costretto ad alloggiare a Melbourne in modo da poter allenarsi prima degli Australian Open», scrivono i suoi avvocati. «Nole è alloggiato al Centre Park Hotel dal suo arrivo in Australia nonostante le sue richieste di trasferimento». Per Djokovic si tratterebbe della seconda infezione da Covid: il fuoriclasse serbo era infatti risultato positivo al tampone (insieme alla moglie Jelena) a giugno 2020, dopo la tappa di Zara dell’Adria Tour, il torneo esibizione ideato proprio da lui ideato, che dopo l’inaugurazione di Belgrado era sbarcato in Croazia.