Per molte persone non c’è relax più prezioso di una birra ghiacciata o un buon drink seduto in un bar. Quando però le consumazioni alcoliche aumentano cresce anche la probabilità di stare male e tornare a casa può diventare complesso. Ma non c’è solo il pericolo sbronza: l’alcol è responsabile di 3 milioni di morti all’anno in tutto il mondo, secondo l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, per non parlare del rischio di contrarre tumori legati all’assunzione esagerata di alcolici, come quelli a bocca, esofago, faringe, laringe e fegato. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, cavalcando l’onda emotiva in seguito ad alcuni gravi incidenti stradali, ha recentemente detto di voler inasprire le sanzioni per chi uccide dopo essersi messo alla guida sotto effetto di alcol o stupefacenti. Salvo poi strillare contro la possibilità, avallata dall’Unione europea, di etichettare i prodotti alcolici con messaggi sui rischi per la salute: per il leghista bere tre litri di vino fa male, come del resto fa male bere tre litri d’acqua. Peccato che il paragone non abbia alcuna valenza scientifica e che sia provato che l’alcol è una sostanza tossica e cancerogena e non esiste quindi un consumo che comporti un “rischio zero” per la nostra salute.
Acquisti principalmente da parte di Millennial e Gen Z
Fermi tutti però. A Salvini potrebbe interessare sapere che esistono bevande e soprattutto distillati senza alcol. Totalmente a prova di ubriacatura quindi. Come il Tanqueray 0,0 per cento, versione analcolica del famoso gin Tanqueray London Dry. Secondo Diageo, la multinazionale che lo produce, nei prossimi tre anni le consumazioni di spiriti analcolici cresceranno del 23 per cento a livello globale, mostrando come il trend sia ormai inarrestabile. Nonostante occupi solamente il 0,3 per cento del mercato degli alcolici, è indubbio che questa sia la sottocategoria che più di tutte sta crescendo, grazie agli acquisti principalmente dei Millennial e dalla Gen Z, senza distinzione di genere.

Il brand Lyre’s riproduce gin, tequila e assenzio
Ma esistono proprio alcuni brand specifici di liquori analcolici, come Lyre’s, fondato nel 2019 in Regno Unito per replicare gli alcolici più popolari del mondo, dal gin alla tequila passando per l’assenzio. Ma anche Sentia, marca di distillati creati con un composto chimico chiamato Alcarelle, che dovrebbe dare comunque i suoi effetti piacevoli, come rilassamento, inclinazione alla chiacchiera e socialità, senza quelli negativi, come la sbornia.
Lunghi processi di distillazione per togliere l’etanolo
Questi distillati si ispirano ai loro cugini alcolici negli ingredienti e nelle note di sapore, sfruttando bacche, spezie, erbe e agrumi. Una combinazione di una piccola quantità di alcol neutro e di sostanze botaniche che conferiscono all’acquavite un gusto floreale, fruttato o agrodolce, è aggiunta a un alambicco, che viene poi riscaldato attraverso diversi cicli di distillazione.

Questo processo, che richiede alcune settimane di tempo, aiuta a estrarre il sapore degli ingredienti prima che l’alcol venga rimosso dal liquido. Durante la distillazione dell’acquavite, l’etanolo, l’agente inebriante delle bevande alcoliche, viene convertito in vapore e la sua condensazione in liquido. I distillatori ripetono il processo più volte fino a raggiungere il rapporto alcol/acqua a zero. Ne viene fuori quindi un prodotto senza etanolo, ma con gli stessi sapori della bevanda alcolica che imitano. Un procedimento simile avviene anche con il vino.
Creare distillati utilizzando ricettari del XV secolo
Il trend dei distillati analcolici è esploso nel Regno Unito, ma anche in Italia ci sono perfetti esempi di prodotti senza alcol. Nel 2018 è nato MeMento, che crea drink esclusivi grazie alla conoscenza secolare tramandata nel Ricettario Fiorentino del 1498, pubblicato dall’Ordine dei medici e degli speziali. I distillati sono realizzati a partire da ingredienti di origine biologica, senza alcol e zuccheri, vegan e gluten free.

L’uso di timo, salvia, lavanda, foglie di olivo e verbena
Poi c’è la toscana Sabatini (famosa per i suoi gin), con la sua bevanda battezzata Gino°, uno spirito analcolico realizzato tramite l’infusione in acque distillate di cinque erbe botaniche: timo, salvia, lavanda, foglie di olivo e verbena. Infine, per quanto riguarda birra e vino, esistono da anni i prodotti di ZeroAlcol, azienda italiana dal 2010 esperta nella selezione e nell’offerta delle migliori bevande analcoliche ottenute dalla dealcolazione totale del vino e della birra senza alcol. Ormai la rivoluzione è in atto: bere non vuol dire più necessariamente bere alcol.