Sono rimasti gli ultimi, o forse lo sono sempre stati. Già, perché nella lista delle riaperture le discoteche non sono mai comparse, al massimo rimaste in fondo, comunque ben nascoste. Snobbate di continuo, quasi non si trattasse di un settore in cui, al netto di cocktail e balli, trovano sostentamento migliaia di famiglie. Dai proprietari ai camerieri, passando per stagionali e impiegati alla sicurezza o al guardaroba, in ballo ci sono circa 400 milioni di euro. Tale sarebbe stato il giro d’affari nel 2019, ultimo anno utile prima dei singhiozzi dovuti alla pandemia, secondo PagellaPolitica.it. Davanti a tali cifre e a due anni di tira e molla tra gestori e autorità, il parere del Cts non può soddisfare i proprietari. Interrogato dal governo sull’opportunità di riaprire le sale da ballo in vista del Consiglio dei ministri odierno, infatti, il comitato tecnico scientifico avrebbe dato l’ok per le zone bianche, a patto di non superare il 35 per cento della capienza totale al chiuso, il 50 all’aperto.
Speranza tiene chiuse le discoteche, la Lamorgese multa i poliziotti che esprimono il loro pensiero. E intanto in Italia succede di tutto… pic.twitter.com/QMNTU6QU9R
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) October 3, 2021
Discoteche, braccio di ferro nel governo sulle riaperture
Numeri giudicati troppo bassi dai diretti interessati, che hanno aperto l’ennesimo squarcio all’interno della maggioranza. E se i proprietari hanno parlato di aperture «inutili e sconvenienti a tali condizioni», La Lega compatta, stavolta, sul fronte dell’opposizione interna al Governo, ha fornito loro una spalla affidabile. Dal leader Matteo Salvini, «presa in giro senza senso scientifico, sanitario ed economico», al governatore della regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, «antieconomico», nel Carroccio il coro è unanime. Dallo stesso lato della barricata si è aggiunta anche Forza Italia: «La percentuale, non solo per le discoteche, deve aumentare», ha commentato Anna Maria Bernini presidente dei senatori azzurri. Dall’altra parte, a ribadire il suo mantra, c’è il ministro della Salute Roberto Speranza: «Salute al primo posto. Stiamo procedendo lungo un percorso che mesi fa era impensabile. Dobbiamo mantenere la gradualità nelle decisioni».
La riapertura delle #discoteche al 35% della capienza al chiuso è insufficiente. Che si affronti finalmente il tema è un segnale importantissimo, ma lo scetticismo dei gestori è comprensibile.
— Anna Maria Bernini 🇮🇹 (@BerniniAM) October 6, 2021
Discoteche, Flavio Briatore: «Scelte prese da bigotti»
Nel dibattito si è inserito a gamba tesa anche il Flavio Briatore, storico proprietario del Billionaire: «Ho l’impressione che chi parli in questi termini non sia mai entrato in una discoteca, sono dei bigotti», ha dichiarato sulle pagine Corriere della Sera. Allargando il raggio delle problematiche, ha aggiunto: «Se ho mille persone alla porta e devo sceglierne 350, come faccio? Così, si aumenta solo il rischio di abusi». E via con i numeri: «È una presa in giro, in questo modo si fanno saltare 3 mila aziende e 200mila persone. La verità è che la discoteca viene criminalizzata, altrimenti non si spiega la disparità di trattamento con gli stadi, i cinema e le metropolitane». Per chiudere, un presagio poco confortante: «Temo che ci saranno dei casini». Lo ha seguito, sulle colonne online dell’Adn Kronos, il noto Dj Claudio Cecchetto: «Credo che sappiano essere molto attenti. Ma ormai è uno sport nazionale quello di dare sempre la responsabilità alle discoteche per qualsiasi cosa. È una cosa che succedeva anche quando ho iniziato, molti anni fa, a fare il disk jockey. Se è il primo passo, meglio fare in fretta il secondo».