Dior, proteste a Parigi: copiata la tradizione cinese in una gonna
Polemiche su Dior per una nuova gonna a pieghe. Secondo gli utenti cinesi, si ispirerebbe a un abito della tradizione della dinastia Song. Proteste fuori dalle boutique in Francia.
Dior nella bufera. La maison di moda è al centro delle polemiche per colpa di un capo di abbigliamento nella collezione Autunno 2022. Una gonna a pieghe in lana e mohair che la casa di moda ha presentato come originale richiamerebbe, secondo alcuni utenti, un abito della tradizione secolare cinese. Immediate le proteste anche al di fuori di una delle boutique di Parigi, con decine di manifestanti che hanno esposto cartelloni con il loro disappunto. Non è tuttavia la prima frizione fra Dior e la Cina.
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— 中国传统文化 (@cultureCHN) July 23, 2022
Una gonna di Dior sta scatenando le polemiche con la Cina
Come riporta la Cnn, Dior aveva inserito nella collezione Autunno 2022 una gonna a pieghe in lana e mohair di colore nero. Ora non più disponibile sul sito della maison, era esposta nelle boutique parigine al prezzo di circa 3800 euro. L’abito, che la casa di moda ha presentato al pubblico come «sagoma caratteristica di Dior», si ispirerebbe alla Ma Mian Qun della tradizione cinese. Traducibile con “gonna a faccia di cavallo”, è un capo che risale a più di mille anni orsono, sotto il regno della dinastia Song, che si diffuse anche durante i regni Ming e Qing. Il design presenta lati plissettati e apertura sul davanti e sul retro, al fine di agevolare l’equitazione.

Alla vista della gonna, numerosi utenti cinesi hanno inondato i social con critiche e parole al veleno nei confronti di Dior. Alcuni studenti di Pechino che vivono a Parigi hanno persino organizzato una protesta, coinvolgendo anche manifestanti provenienti da Spagna e Italia. Di fronte all’ingresso della boutique sugli Champs-Élysées, hanno esposto cartelloni in francese e inglese chiedendo lo «stop all’appropriazione culturale di Dior» e ricordando a tutti come la gonna sia chiaramente un «abito tradizionale cinese». L’evento ha destato anche l’attenzione del Partito di Pechino che, tramite il suo portavoce, ha parlato al People’s Daily legittimando le proteste e attaccando Dior. Il Global Times riporta che sono in programma altre manifestazioni a Londra e New York.
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Le precedenti frizioni fra la maison e Pechino
Eppure non si tratta della prima polemica fra Cina e Dior. Come ricorda la Cnn, nel 2019 la casa di moda si era resa protagonista di un evento che aveva scatenato le ire di Pechino. Durante una presentazione in un’università cinese, aveva fatto uso di una mappa del Paese che non includeva Taiwan. Immediate le scuse dell’azienda, che aveva attribuito la svista a un suo dipendente ed espresso sostengo alla «sovranità e integrità territoriale» della Cina. Frizioni anche lo scorso anno, a seguito della campagna pubblicitaria del fotografo Chen Man che aveva eccessivamente messo in risalto gli stereotipi occidentali. «È questa la donna asiatica per Dior?», si era chiesto il Beijing Daily criticando la rappresentazione della modella con occhi esageratamente piccoli. Anche in quel caso, Dior ritirò la foto dal sito chiedendo il perdono per aver violato i sentimenti del popolo cinese.
.@Dior's move to take down local photographer Chen Man's work as part of its art exhibition (because certain netizens are offended by how it's not in line w their beauty standards) further showed: Any foreign brand's output will be judged and scrutinized by the mass in China. pic.twitter.com/nxGjGEZ7IJ
— Yaling Jiang (@yaling_jiang) November 24, 2021