Dalle dimensioni del cranio, doveva essere un predatore con pochi rivali. Fra le rocce del Nevada, negli Stati Uniti, alcuni ricercatori del WM Keck Science Department hanno individuato i resti del cranio di un antico ittiosauro gigante. Allo studio hanno collaborato esperti delle università di Bonn e Mainz oltre che del Museo di storia naturale di Los Angeles. Il fossile, lungo oltre 2 metri, apparteneva a un animale lungo che ne doveva misurare almeno 18 e dal peso di 45 tonnellate. La sua scoperta, affermano gli esperti su Science, potrebbe rivoluzionare le teorie evolutive nelle varie specie.

L’ittiosauro visse in un’epoca successiva alla Grande Moria del Permiano
L’animale, ribattezzato Cymbospondylus youngorum, si presentava come una sorta di pesce-lucertola, capace di dominare i mari circa 250 milioni di anni fa. I dati ottenuti dalle rocce, che hanno restituito anche parte della spalla e una pinna, disegnano un quadro molto particolare. Sembrerebbe infatti che l’esemplare sia vissuto cinque milioni di anni dopo quella che è passata alla storia come Grande Moria, ossia la maggiore estinzione di massa della Terra. Durante il Permiano-Triassico morì infatti l’81 per cento delle specie marine, oltre al 70 per cento di quelle terrestri. Le ragioni sono ancora poco chiare, ma si pensa in seguito a disastri ambientali o al cambiamento climatico.
«Gli oceani di quel periodo erano estremamente diversi dai nostri», ha detto alla Cnn Lars Schmitz, professore associato di biologia presso il WM Keck Science Department di Clearmont, in California. «Non esisteva il plancton come lo conosciamo oggi. Quindi l’ittiosauro avrebbe dovuto alimentarsi tramite altre fonti». Ecco quali sarebbero state: «Ipotizziamo che abbiano beneficiato della presenza anguille oltre che di ammoniti, polpi e seppie», afferma ancora Schmitz.
Le teorie evolutive si basano su un confronto con le odierne balene
Un’eventuale conferma di quanto avanzato dagli scienziati californiani mostrerebbe una rapidità evolutiva nettamente superiore al normale. «L’ittiosauro sembra aver raggiunto dimensioni enormi in un lasso di tempo che, evolutivamente parlando, è veramente breve: solo 2,5 milioni di anni, a fronte dei 45 milioni necessari alle balene per raggiungere le massime dimensioni», ha proseguito Schmitz. «Ciò conferma che, con le giuste condizioni, l’evoluzione può procedere molto rapidamente».

Fra i primi vertebrati a prosperare dopo l’estinzione del Permiano, gli ittiosauri vissero circa 150 milioni di anni durante il Mesozoico, impiegando l’1 per cento del loro tempo sulla terra per raggiungere le massime dimensioni. Un dato incredibile, se confrontato con il novanta per cento del tempo impiegato dalle balene.
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