Nel deserto del Gobi, in Mongolia, sono stati trovati i resti di un dinosauro, una specie di teropode, risalente al Cretaceo superiore in grado di tuffarsi in acqua e cacciare in modo simile alle anatre. Densità e struttura ossee infatti suggeriscono abitudini associabili agli uccelli acquatici.
LEGGI ANCHE: Lisbona, scoperto in un giardino privato il dinosauro più grande d’Europa
Caratteristiche e abitudini del dinosauro scoperto in Mongolia
La ricerca, disponibile sulla rivista scientifica Communications Biology, è opera di paleontologi della Seoul National University in collaborazione con l’Alberta University e l’Accademia delle scienza della Mongolia. Lo studio descrive il Natovenator polydontus, dinosauro che visse nell’Asia orientale fra circa 145 e 66 milioni di anni fa. Abitante dunque del Cretaceo superiore, si tratta di un teropode, ossia una specie carnivora dal corpo cavo con tre dita o artigli su ciascun arto. A colpire gli esperti sono state però densità e struttura delle ossa, che somigliano molto a quelle degli uccelli acquatici come le anatre. «Il corpo idrodinamico suggerisce che fosse un abile nuotatore», ha detto alla Cnn David Hone, paleontologo della Queen Mary University di Londra. Difficile stabilire il suo habitat prediletto, ma i suoi arti sembrano ottimi per spostare l’acqua.

Natovenator polydontus non rappresenta un unicum fra le specie di dinosauro del Cretaceo. Sempre in Mongolia, i paleontologi hanno identificato anni orsono l’Halszkaraptor, probabilmente semiacquatico. Stando a un articolo di Nature del 2017, aveva una lunghezza non superiore ai 60 centimetri compresa la coda ed aveva uno stile di vita anfibio grazie ad arti posteriori ottimi per correre e anteriori dediti invece al nuoto. Alcuni suppongono avesse particolari recettori sul muso allungato, ideali per individuare vibrazioni nell’acqua e catturare le sue prede. Questa specie, così come il Natovenator, sarebbe stata capace secondo gli esperti di “remare” in acqua e tuffarsi come le moderne anatre per cacciare sotto la superficie.
LEGGI ANCHE: Nuovi studi suggeriscono che i plesiosauri vivessero anche in acqua dolce
I prossimi studi fra conferme e scetticismi nella scienza
La scoperta rappresenta però solo il punto di partenza per ulteriori studi nel prossimo futuro. Innanzitutto, come ha confermato Hone alla Cnn, si cercherà di capire ancora meglio la struttura ossea del Natovenator. Gli scienziati intendono infatti approfondire abitudini e movimenti del dinosauro, sperando di comprendere velocità e stile di nuoto. Inoltre resta ancora da individuare il suo reale habitat. Pur parlando di una specie semiacquatica, gli scienziati hanno trovato i fossili nel pieno deserto del Gobi in Mongolia, distante da ogni specchio d’acqua. «Sappiamo dell’esistenza nel Cretaceo di laghi nella zona», ha proseguito Hone. «Individuare la documentazione fossile sarà difficile, ma la troveremo».

Accolta positivamente dalla comunità scientifica, la scoperta ha però sollevato qualche scetticismo. La Cnn riporta le dichiarazioni di Nizar Ibrahim, paleontologo dell’Università di Portsmouth, che ha parlato di dati ancora troppo lacunosi per avanzare una simile teoria sul Natovenator. «Avrei voluto vedere descrizioni più approfondite sulla densità ossea dell’animale», ha risposto l’esperto. «Anche l’anatomia delle costole è un po’ lacunosa». Hone promette nuove risposte nei prossimi mesi, potenzialmente capaci di rivoluzionare la paleontologia moderna.