Per gli studiosi la vita sessuale dei dinosauri continua a essere un intrico difficile da dipanare. Se, da un lato, è certo che abbiano avuto rapporti fisici coi loro simili per riprodursi, dall’altro, la quasi totale assenza di reperti in grado di fornire informazioni più o meno attendibili sui loro comportamenti non aiuta a definirne le dinamiche. Tuttavia, negli ultimi tempi, analisi più dettagliate e analogie con le abitudini di altre specie stanno aiutando gli addetti ai lavori a disvelare i pezzi di un puzzle che continua ad affascinare.
Difficile dai soli resti stabilire il sesso dell’animale
Il primo, grosso problema è la difficoltà di determinare, dai soli fossili, se l’animale in questione fosse maschio o femmina. Al contrario, ad esempio, di quanto spesso sostenuto da alcune tesi, che attribuivano al T-Rex di sesso femminile massa e dimensioni fisiche maggiori rispetto al maschio, si scopre oggi che le differenze dipenderebbero dall’età o dall’appartenenza a categorie diverse. «Non avremo mai una certezza al 100 per cento», ha spiegato alla Cnn il paleontologo Dean Lomax, «Partendo dall’analisi dei rinvenimenti, nessuno potrà mai dire che X sia un tirannosauro uomo e Y una donna». Ovviamente, non è da escludere che a tale domanda si risponda in futuro: «Tra qualche anno, forse in Cina, troveranno due dinosauri con anatomie simili ma colorazioni differenti e sarà quello il segno che aiuterà gli esperti a individuare chi sia il maschio e chi la femmina», ha aggiunto Lomax.

Grazie alla scoperta di una serie di fossili piumati nel 1990, oggi sappiamo con certezza che gli uccelli rientrano tra i discendenti viventi dei dinosauri, in particolari dei teropodi, appartenenti alla stessa famiglia dei tirannosauri e dei velociraptor. Questo riferimento ha aiutato i ricercatori a raccogliere dati preziosi sull’attività sessuale dei dinosauri. Tecniche di corteggiamento incluse. Tra cui quella del graffio, metodo che i volatili maschi che nidificano a terra adoperano per segnalare la loro forza e attirare le femmine. Non è un gesto isolato, ma uno degli step di una strategia molto più complessa che, accorpata a danze particolari, anticiperebbe l’accoppiamento. La scoperta di un raschiamento simile sulle rocce sedimentarie del Dakota Sandstone, massiccio preistorico del Colorado occidentale, ha fatto pensare a un comportamento analogo nei dinosauri.
La tecnica di corteggiamento ereditata dagli uccelli
«Il ritrovamento di quei segni non va sottovalutato», ha ribadito il geologo Martin Lockley, «Si parla di evidenza materiale di preliminari simili a quelli degli uccelli che oggi abbiamo modo di studiare da vicino. Normalmente, questi ricorrono a cerimonie del genere nei pressi del loro nido. Dunque, i graffi fossili offrono un indizio importante di come, milioni e milioni di anni fa, un gruppo di dinosauri in calore possa aver scelto proprio quel sito per riprodursi, covare e deporre lì le uova». Ma non è tutto. Un’analisi 3D dei crani di oltre 30 Protoceratopi ha rivelato anche un altro particolare molto interessante. Oltre al graffio, infatti, avrebbero fatto ricorso a un ulteriore strumento per avvicinare i partner. Si tratta del collare osseo che si sviluppa attorno al cranio e che, privo di riscontri in altre specie, per anni è stato considerato strumento funzionale a regolare la temperatura corporea o difendersi dagli attacchi esterni.

Le domande sulla riproduzione nei dinosauri
Come funzionava, dunque, l’intimità tra dinosauri? Secondo una ricerca condotta in tandem dall’Università di Bristol e da quella del Massachussetts, al pari di uccelli e rettili, non avrebbero avuto bisogno di alcun organo genitale specifico ma solo della cloaca (l’orifizio presente tanto nei maschi quanto nelle femmine). È molto probabile che i dinosauri dessero avvio al processo riproduttivo proprio attraverso il cosiddetto bacio cloacale, ossia l’avvicinamento delle rispettive cavità delle due parti coinvolte. Il discorso, tuttavia, sembra non valere indistintamente per tutti gli esemplari. In alcuni casi, come ad esempio lo Stegosauro, si trattava di un processo poco praticabile perché reso complicato da una coda eccessivamente appuntita e una corazza parecchio robusta. «Magari si accoppiavano in maniera completamente diversa. Addirittura con un semplice e veloce colpo di coda», ha concluso Lomax, «Oppure la femmina stava distesa e l’uomo si posizionava sul lato. In ogni caso, è davvero impossibile anche solo immaginare una cosa del genere perché continuiamo a non sapere davvero niente di niente dell’argomento».