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La dieta mediterranea riduce il rischio di demenza: lo studio

I dati suggeriscono che mangiare molti alimenti a base vegetale può avere un «effetto protettivo», indipendentemente dal rischio genetico di ogni individuo.

14 Marzo 2023 12:5814 Marzo 2023 13:35 Redazione
La dieta mediterranea riduce il rischio di demenza, indipendentemente dal rischio genetico di ogni individuo: lo studio.

Una dieta a base di noci, frutti di mare, cereali integrali e verdure – insomma quella che viene definita “dieta mediterranea” – potrebbe ridurre il rischio di demenza di quasi un quarto. Lo evidenzia una ricerca condotta presso l’Università di Exeter, in Inghilterra, che potrebbe aprire la strada a nuovi trattamenti preventivi.

La dieta mediterranea riduce il rischio di demenza, indipendentemente dal rischio genetico di ogni individuo: lo studio.
La dieta mediterranea è stata inserita dall’Unesco nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell’umanità (Getty Images)

La ricerca basata sui dati raccolti da UK Biobank

I dati suggeriscono infatti che mangiare molti alimenti a base vegetale può avere un «effetto protettivo» contro la demenza, indipendentemente dal rischio genetico di ogni individuo. La ricerca, pubblicata sulla rivista BMC Medicine, si basa sui dati di oltre 60 mila soggetti raccolti da UK Biobank, database online di documenti medici di oltre mezzo milione di britannici. Nel corso di quasi un decennio, all’interno del campione ci sono stati 882 casi di demenza, ma coloro che seguivano una rigorosa dieta mediterranea avevano un rischio inferiore del 23 per cento di sviluppare questa condizione, rispetto a coloro che mangiavano in modo diverso.

La dieta mediterranea riduce il rischio di demenza, indipendentemente dal rischio genetico di ogni individuo: lo studio.
Spesa al mercato: una dieta ricca di verdure diminuirebbe il rischio di demenza (Getty Images)

Alcuni esperti frenano: ecco perché 

Susan Mitchell, responsabile di Alzheimer’s Research UK, ha definito «interessanti» i risultati della ricerca, suggerendo però che ci sia bisogno di approfondire ulteriormente: in alcune comunità (ad esempio quella asiatica), ha spiegato, la demenza viene stigmatizzata e questo potrebbe aver influenzato lo studio, che si è basato principalmente su persone con origini europee. «Ci sono molte prove che una dieta sana ed equilibrata possa aiutare a ridurre il rischio di declino cognitivo. Ma non è certo che ci sia una dieta più adatta di altre», ha aggiunto Mitchell. Morde il freno anche David Curtis, del Genetics Institute della University College London: «Lo studio riguarda tutte le forme di demenza. Se c’è un effetto dovuto alla dieta, allora è più probabile che sia sulla salute cardiovascolare in generale e quindi sulla demenza dovuta a essa, piuttosto che sull’Alzheimer». Il dottor Duane Mellor, dietologo e docente presso l’Aston University di Birmingham, ha osservato che il questionario alimentare utilizzato non rifletteva le abitudini alimentari britanniche: le patate, ad esempio, vengono preparate in modo diverso nel Regno Unito rispetto all’area del Mediterraneo. Mellor ha aggiunto inoltre che la ricerca non ha considerato l’aspetto sociale del cibo e del mangiare, caratteristica fondamentale della dieta mediterranea. Anch’esso, ha suggerito, può avere un effetto protettivo contro la demenza in quanto aumenta le interazioni tra le persone.

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