Di Battista, da Che Guevara di Roma Nord a opinionista a pagamento a Di Martedì

Marco Zini
25/03/2022

Con la guerra in Ucraina Di Battista è tornato al centro del circo mediatico come ospite fisso a Di Martedì. Con cui ha firmato un accordo in esclusiva fino al prossimo giugno. Il compenso? Tremila euro per la prima puntata, per le altre 'solo' 2.500.

Di Battista, da Che Guevara di Roma Nord a opinionista a pagamento a Di Martedì

I russi lanciano missili «supersonici», Mario Draghi è «un suddito di Washington», mandare le armi in Ucraina «viola la Costituzione». Tempi di guerra e Alessandro Di Battista, l’ex esponente del Movimento 5 stelle un tempo leader dell’ala ortodossa, è tornato a frequentare gli studi televisivi. Portando con sé la sua ben nota vis anti sistema che ne fa un agguerrito polemista. Oro per programmi che si fanno largo negli affollati palinsesti puntando sullo share. In questi tristi e convulsi giorni di guerra, Di Battista afferma di essere un «obiettore di coscienza». Parla di «maccartismo dei politici». Sfida a duello un vecchio leone democristiano come Bruno Tabacci e lo storico radicale Benedetto Della Vedova. Insomma, Dibba vuole chiaramente tornare al centro del dibattito pubblico, magari in vista di un ritorno alla politica a tempo pieno alla guida di una formazione antagonista a quella di Giuseppe Conte, la cui leadership dei pentastellati peraltro è ogni giorno sempre più in discussione.

Di Battista da m5s barricadero a opinionista a pagamento per la 7
Alessandro Di Battista e Bruno Tabacci a Di Martedì.

Di Battista a Di Martedì: per la prima puntata 3 mila euro, per le altre ‘solo’ 2.500

Così giacca, camicia e capelli sbarazzini, ogni settimana Di Battista si infervora sulle poltroncine di Di Martedì, il talk show in onda il martedì sera su La7. Ultimamente è sempre lì, nello studio di Giovanni Floris. Mai altrove. Nessuno si lamenta. Il motivo è semplice: ha firmato un contratto in esclusiva con la trasmissione della tivù di Urbano Cairo che lo impegna da febbraio al prossimo giugno. Per la prima puntata ha percepito un compenso di 3 mila euro, per le altre si dovrà accontentare di 2.500. Nulla di illecito, sia chiaro. Di Battista è un privato cittadino, fuori dal Parlamento. In attesa di fondare il suo nuovo soggetto politico, si guadagna da vivere scrivendo libri e reportage. Ora da qualche settimana al suo curriculum ha aggiunto anche il ruolo di opinionista a gettone.

Dopo aver pubblicato con la Mondadori dell’odiato Cav, ora è pagato da Cairo

Certo, vedere il “Che Guevara di Roma Nord”, come simpaticamente lo hanno soprannominato gli avversari, da sempre dichiaratosi libero e contro il sistema, accettare un contratto da commentatore televisivo nel circo barnum dei talk show fa uno strano effetto. D’altronde, il tempo ammorbidisce anche i barricaderi più intransigenti. Dopo aver pubblicato uno dei suoi libri con la Mondadori dell’odiato Silvio Berlusconi, adesso Dibba accetta i soldi di Cairo, che è anche l’editore del Corriere della sera su cui però finora l’ex grillino non ha pubblicato nulla preferendo come naturale sede dei suoi interventi il Fatto quotidiano.

la carriera di Di Battista dal M5s a opinionista pagato di La 7
Marco Travaglio a Otto e mezzo.

Gli opinionisti del Fatto a La7, da Travaglio a Scanzi

L’operazione Di Martedì non deve stupire, soprattutto nel contesto di La7. La rete televisiva guidata da Andrea Salerno, ormai una sorta di all news, paga molti degli opinionisti che intervengono nei suoi programmi senza che questo susciti lo scandalo di quando è la Rai a fare contratti a pagamento, come dimostra in questi giorni la polemica per quello fatto (e poi cancellato sull’onda delle proteste) ad Alessandro Orsini, il professore della Luiss diventato il portabandiera dei filo Putin. Marco Travaglio, ad esempio, è una presenza fissa di Otto e Mezzo. Si vocifera che il suo contratto televisivo sia molto ricco. D’altronde il direttore del Fatto non può mettere piede in nessun’altra emittente, se non quando ha un libro in promozione. Dallo stesso giornale, ampiamente rappresentato in casa Cairo, proviene anche Andrea Scanzi, che tutte le settimane si collega con Lilli Gruber.

Da M5s barricadero a opinionista a pagamento a Di Martedì: la carriera di Di Battista
Alessandro Orsini nello studio di Piazza Pulita.

Mentre in Rai è scoppiato il caso Orsini

Di Battista è solo l’ultimo di una lunga lista. Da anni, soprattutto nei programmi serali c’è un vero e proprio mercato degli opinionisti televisivi che si muovono tra Rai, Mediaset e La7. Lo si è visto proprio con l’esplodere del caso Orsini, conteso a suon di migliaia di euro da Cartabianca. Il talk del martedì sera della televisione di Stato e La7. Per lui era stato fissato un compenso di 12 mila euro per sei puntate, una cifra ragionevole considerando che il docente della Luiss in questo momento è uno dei più richiesti dal piccolo schermo. Soldi che non vedrà mai, dopo che il perentorio intervento del direttore di Rai 3 Franco di Mare supportato dall’ad di viale Mazzini Carlo Fuortes ha trasformato carta bianca in carta straccia.