A poche settimane dall’avvio delle lunghe campagne presidenziali, e con la sua candidatura tra i repubblicani ormai a un passo, il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha deciso. La legge sulla pena di morte nel suo Stato sarà ampliata e sarà prevista una misura specifica per il reato di stupro di un bambino o una bambina di età inferiore ai 12 anni. Il reato diventerà capitale e il provvedimento, che è stato approvato lo scorso mese con una schiacciante maggioranza proveniente da entrambe le fazioni politiche, attende soltanto l’ultima approvazione. Solo che ora finirà davanti alla Corte Suprema.
Today, I signed legislation that will:
– Makes child rapists eligible for the death penalty with the minimum sentence of life in prison without parole
– Impose additional penalties on fentanyl and drug-related crimes targeted at children
– Protect Floridians from disastrous… pic.twitter.com/sO1mkcfm0a— Ron DeSantis (@GovRonDeSantis) May 1, 2023
Il precedente della Louisiana
E la Corte Suprema potrebbe riaprire completamente i giochi. 15 anni fa, infatti, in Louisiana il voto della Corte si è spaccato e con 5 favorevoli e 4 contrari la legge, identica a quella proposta da Ron DeSantis in Florida, è stata annullata. Era il 2008 e sono passati, appunto, 15 anni, ma le probabilità che la Corte Suprema annulli lo stesso procedimento contro la pena capitale ai predatori sessuali di minori, a meno che essi non abbiano anche ucciso le proprie vittime, sembra siano ancora oggi alte.

Assistenti sociali e avvocati contro la legge sulla pena di morte
L’annullamento del 2008 venne condiviso da un folto gruppo di assistenti sociali e avvocati difensori delle varie vittime. Questo perché, come avevano spiegato all’epoca, l’idea della pena di morte per il proprio aggressore potrebbe spingere molte vittime a non parlare. E al contempo, spiegavano e spiegano ancora oggi, anche lo stupratore potrebbe decidere di comportarsi in maniera differente. Il rischio sarebbe di spingere i predatori sessuali all’omicidio delle vittime stesse, proprio perché potrebbero essere loro, denunciando, a far rischiare la pena capitale.
