Un dente fossile potrebbe cambiare la conoscenza scientifica sui nostri antenati ominidi. Un’equipe di studio francese del CNRS, in collaborazione con l’Università di Bordeaux, ha rinvenuto in una remota grotta del Laos un reperto tanto unico quanto importante. Si tratta del molare inferiore di una bambina risalente a 164 mila – 130 mila anni fa, appartenente all’Homo Denisoviano, etnia di primi uomini di cui si conosce ancora ben poco. «I denti sono una scatola nera dell’individuo», ha detto alla Cnn Clement Zanolli, a capo del team. «Sono fondamentali nella biologia e nella paleoantropologia». Tanti però ancora i dubbi da sciogliere.
#Communiqué 🗞️ | Une étude publiée dans @NatureComms révèle la découverte d’une molaire de #Dénisovien dans la grotte du Cobra, au nord-est du Laos. Il s’agit du premier spécimen Dénisovien découvert en région tropicale.
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— CNRS 🌍 (@CNRS) May 18, 2022
Il dente fossile è stato trovato in una grotta del Laos
Gli archeologi hanno scoperto il dente a Cobra Cave, grotta che si trova 260 chilometri a nord di Vientiane, capitale del Laos. Qui gli esperti lavoravano già dal 2018, ma non avevano mai rinvenuto il molare. Nello studio, disponibile sulla rivista Nature Communications, si legge come il dente risalga a un periodo compreso fra 164 mila e 130 mila anni fa. Per confermare la datazione, gli scienziati hanno preso in considerazione i sedimenti delle caverne, delle ossa animali e della roccia sovrastante. «I denti sono una scatola nera dell’individuo», ha dichiarato Zanolli. «Conservano informazioni vitali sulla storia e la biologia del loro possessore». Successive analisi, tra cui quella sulle proteine dello smalto, hanno consentito di dire che il molare apparteneva a una bambina fra i 3 e gli 8 anni e mezzo.

Confrontando la cresta e le cavità del dente con altri reperti ossei appartenenti ad antichi uomini, gli esperti del CNRS non hanno notato somiglianze con Homo Sapiens e Homo Erectus, ma con un’altra specie. Si tratta di quello che gli archeologi, dal primo riconoscimento del 2010, hanno chiamato Homo Denisoviano, di cui tuttavia non si conosce molto. Finora, gli unici fossili appartenenti a questa particolare specie sono stati rinvenuti nell’Asia settentrionale, sui monti Altai in Siberia. «La scoperta dimostra come vivessero anche in altre aree, suggerendo che potrebbero aver incontrato l’uomo moderno nel sud-est asiatico».
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L’Homo Denisoviano tra Sapiens e Neanderthal
Sebbene estinto da decine di millenni, l’Homo Denisoviano ha lasciato tracce nell’evoluzione. Gli esperti infatti ritengono che alcuni suoi esponenti si siano uniti ai Sapiens, generando nuovi figli con caratteristiche genetiche ibride. È probabile che tale commistione risalga a circa 50 mila anni fa, quando i moderni esseri umani lasciarono l’Africa per colonizzare gli altri continenti, entrando in contatto con le specie che li abitavano. Tra queste, oltre ai Neanderthal, anche i Denisoviani. Impossibile tuttavia stabilire con certezza una data o un luogo dove possa essersi verificata tale unione. Un dubbio però ancora destabilizza la scienza: siamo certi che il dente del Laos provenga da una bambina Denisoviana? Katerina Douka, studiosa di antropologia a Vienna, non ne è convinta e avrebbe preferito avere maggiori prove a sostegno della tesi.

«C’è una catena di ipotesi che bisogna verificare», ha dichiarato alla Cnn. «Non possiamo però sapere se questo molare, per giunta mal conservato, appartenesse a un Denisoviano». Per dare credito alla sua teoria, Zanolli ha fatto affidamento a un osso mascellare rinvenuto a Xiahe, in Cina. Sebbene molti lo abbiano attribuito ai Denisoviani, Douka ha ricordato come non vi siano prove concrete, ma semplici supposizioni. «Chiunque lavori nel campo della paleoantropologia sogna di colorare i punti bianchi della mappa», ha concluso la ricercatrice. «Spesso però occorre maggiore cautela prima di avanzare ipotesi». Intanto Zanolli e i suoi hanno detto che continueranno gli scavi, sperando di trovare ulteriori fossili a sostegno della loro tesi. In progetto anche uno studio per estrarre il Dna dal dente, fondamentale per ottenere una risposta più certa sull’argomento.