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Delmastro-Donzelli, Meloni: «Non ci sono presupposti per dimissioni»

La premier rompe il silenzio, invitando le varie forze politiche ad abbassare i toni. Puntando però il dito contro il Pd.

4 Febbraio 2023 17:33 Matteo Innocenti
Delmastro-Donzelli, Meloni: «Non ci sono presupposti per dimissioni». La premier invita le varie forze politiche ad abbassare i toni.

Giorgia Meloni rompe il silenzio di questi giorni sul caso Delmastro-Donzelli. La premier, attraverso una lettera inviata al Corriere della Sera, difende il sottosegretario alla Giustizia e il vicepresidente del Copasir, confermando che resteranno al loro posto nonostante le polemiche e le richieste da parte dell’opposizione di dimissioni: «Non ritengo vi siano in alcun modo i presupposti per le dimissioni che qualcuno ha richiesto. Peraltro, le notizie contenute nella documentazione oggetto del contendere, che il ministero della Giustizia ha chiarito non essere oggetto di segreto, sono state addirittura anticipate da taluni media».

Delmastro-Donzelli, Meloni: «Non ci sono presupposti per dimissioni». La premier invita le varie forze politiche ad abbassare i toni.
Giorgia Meloni (Twitter)

«Polemica controproducente»

«Della vicenda mi è stato chiesto ieri, quando durante una conferenza stampa con il Cancelliere Scholz a Berlino, e di fronte ai media internazionali, giornalisti italiani mi hanno interrogato su questo, evidentemente meno interessati alla trattativa che stavo conducendo nell’interesse italiano in vista del prossimo Consiglio europeo straordinario», scrive Meloni. Che poi continua: «Ho preso l’impegno di rispondere e lo faccio ora segnalando che la ragione per la quale non sono intervenuta finora è che ho tentato di non alimentare una polemica che considero, per tutti, controproducente. Le spiego perché. A monte: sicuramente i toni si sono alzati troppo, e invito tutti, a partire dagli esponenti di Fratelli d’Italia, a riportarli al livello di un confronto franco ma rispettoso».

Delmastro-Donzelli, Meloni: «Non ci sono presupposti per dimissioni». La premier invita le varie forze politiche ad abbassare i toni.
Giorgia Meloni e Olaf Scholz (Getty Images)

«Singolare l’indignazione del Pd»

«Trovo singolare che ci si scandalizzi perché in Parlamento si è discusso di documenti non coperti da segreto, mentre da anni conversazioni private – queste sì da non divulgare – divengono spesso di pubblico dominio. Trovo singolare l’indignazione del Pd per un’accusa sicuramente eccessiva, quando però la sinistra in passato ha mosso alla sottoscritta, leader dell’opposizione, le accuse di “essere la mandante morale delle morti in mare” o di guidare un “partito eversivo”, per citarne alcune», prosegue la presidente del Consiglio. «Trovo paradossale che non si possa chiedere conto ai partiti della sinistra delle loro scelte, quando all’origine delle polemiche di questi giorni si colloca oggettivamente la visita a Cospito di una qualificata rappresentanza del Partito democratico, in un momento in cui il detenuto intensificava gli sforzi di comunicazione con l’esterno, come emerge dalle note dell’autorità giudiziaria che si è pronunciata sul caso, rese note dai mezzi di informazione».

Una pagina nera della politica italiana. Un attacco senza precedenti al principale partito di opposizione.

Giorgia #Meloni non può tacere: #Delmastro e #Donzelli lascino i loro incarichi 👉🏻 https://t.co/SkjsO5eHYP pic.twitter.com/nn6yCaRsww

— Partito Democratico 🇮🇹 🇪🇺 (@pdnetwork) February 3, 2023

E poi: «Mentre maggioranza e opposizione si accapigliano sul caso, attorno a noi il clima si sta pericolosamente e velocemente surriscaldando. E non risparmia nessuno, come dimostrano i manifesti comparsi ieri all’università La Sapienza di Roma, che definiscono “assassini” il presidente della Repubblica e i membri di diversi governi, senza distinzione di colore politico. Mentre si continua a pensare che questa questione possa essere utilizzata per attaccare il governo o l’opposizione, ieri è stato necessario assegnare la scorta a Donzelli e ai sottosegretari Delmastro e Ostellari, e ovunque compaiono minacce alle istituzioni italiane, qui in patria e all’estero».

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