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Delitto Urso, ergastolo annullato: un giudice era troppo vecchio per sentenziare

Uno dei giudici popolari aveva compiuto 65 anni, quindi era fuori dai limiti di età.

29 Novembre 2022 19:31 Annarita Faggioni
Delitto Urso, l'ergastolo è stato annullato perché uno dei giudici superava il limite di età previsto per legge.

La Corte di Assise di Appello sentenzia l’ergastolo annullato per il delitto Urso. Pietro Erco e Luca Mantia non dovranno scontare né l’ergastolo, né 25 anni di carcere, come da sentenza 12 anni dopo il delitto. I due erano stati accusati di aver ucciso Vicenzo Urso.

Delitto Urso, ergastolo annullato: perché

Uno dei giudici popolari che avevano condannato i due aveva superato i limiti di età previsti per legge. Infatti, la normativa vigente prevede che i giudici popolari abbiano dai 30 ai 65 anni. Uno di questi giudici popolari aveva compiuto 65 anni da poco. La sentenza si era pronunciata il 9 novembre 2021. Quando il pg Rita Fulantelli aveva chiesto la conferma della condanna per i due imputati, dopo che gli avvocati della difesa avevano indicato questo vizio nella procedura.

Delitto Urso, l'ergastolo è stato annullato perché uno dei giudici superava il limite di età previsto per legge.
Tribunale di termini Imerese (facebook.com)

A quel punto, i giudici hanno potuto solo annullare l’intero procedimento. Il processo dovrà essere celebrato di nuovo. A questo punto, gli avvocati difensori potrebbero anche richiedere la scarcerazione per i due imputati. In ogni caso, il processo si dovrà rifare da zero.

Il delitto Urso, cosa successe allora

Secondo la procura, Urso stava lavorando nel movimento terra, ma la sua attività avrebbe danneggiato alcuni boss locali. I due imputati sarebbero stati pagati 20 mila euro per farlo fuori. Così avrebbero aspettato sotto casa l’imprenditore e gli avrebbero sparato con una 7,65 prima di andar via in auto.

Delitto Urso, l'ergastolo è stato annullato perché uno dei giudici superava il limite di età previsto per legge.
Carcere (facebook.com)

Francesco ed Andrea Lombardo, padre e figlio, dichiararono di essere stati i mandanti nell’ambito della loro collaborazione con la giustizia. Invece, Massimiliano Restivo rese nota la somma pagata per l’omicidio. Padre e figlio furono così condannati a 12 e 10 anni di carcere. I fatti sarebbero accaduti tra il 24 e il 25 ottobre 2009. Prima di arrivare all’omicidio, secondo gli inquirenti, l’imprenditore fu oggetto di pesanti minacce e fu costretto a spogliarsi in pubblico come segno di umiliazione e nel timore di essere picchiato.

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