Anche i delfini possono soffrire di Alzheimer. Lo afferma una recente ricerca scozzese che ha coinvolto le Università di Glasgow ed Edimburgo, disponibile sull’European Journal of Neuroscience. Gli esperti hanno potuto riscontrare i segni della malattia neurodegenerativa in tre di 22 esemplari che si erano spiaggiati sulle coste nazionali. Tutti di età avanzata, appartengono a differenti specie, tra cui il tursiope e il globicefalo. Difficile stabilirne le cause, ma potrebbe derivare dalla longevità dei delfini che, come gli umani, possono sopravvivere molto tempo dopo la fine del periodo riproduttivo. «Si tratta di una scoperta rivoluzionaria», hanno affermato gli scienziati. «Finora la malattia di Alzheimer aveva lasciato segni solo su di noi». Ulteriori studi chiariranno la reale attendibilità della scoperta, che ha comunque già destato grande interesse.
Stranded dolphins’ brains show common signs of Alzheimer’s disease – study https://t.co/a7KcbVYYZR #FENS
— European Journal of Neuroscience (@EJNeuroscience) December 19, 2022
Sui delfini gli scienziati hanno notato tre possibili segni dell’Alzheimer
Lo studio scozzese ha coinvolto, oltre alle università di Edimburgo e Glasgow, ricercatori di St Andrews e del Moredun Research Institute. Hanno potuto analizzare i corpi di 22 delfini appartenenti a più specie che si erano spiaggiati non lontano dalle coste nazionali negli scorsi mesi. In tre esemplari – un globicefalo, un tursiope e un delfino dal becco bianco piuttosto anziani rispetto ai loro simili – hanno individuato potenziali effetti del morbo di Alzheimer. Si tratta di accumulo di cellule gliali e livelli anormali delle proteina tau e beta-amiloide fra i neuroni. «Questi dati mostrano, per la prima volta, che la patologia cerebrale nei delfini è simile agli esseri umani», ha detto al Guardian il patologo e capo della ricerca Mark Degleish.

Al momento, gli scienziati non concordano sulle reali cause del morbo di Alzheimer nei delfini. Si pensa che possa esserci tuttavia un legame con l’età avanzata. È infatti l’unica specie che, come l’uomo, può vivere a lungo anche dopo il termine del periodo fertile. Un’altra possibile ragione potrebbe legarsi all’ipossia (bassi livelli di ossigeno nei tessuti) per le grandi profondità di immersione. Gli esperti hanno però aggiunto che saranno necessarie altre analisi per capire bene cosa stia succedendo a questi animali. «Se riusciamo a stabilire i probabili fattori scatenanti, potremo elaborare cure e prevenzioni», ha detto la dottoressa Tara Spires-Jones di Edimburgo. «Dobbiamo capire cosa accade nei primi momenti della malattia».
La teoria del «leader malato» che spiegherebbe gli spiaggiamenti
Sebbene si stia lavorando ancora per capire le cause dell’Alzheimer nei delfini, gli scienziati potrebbero essere vicini a comprenderne le conseguenze. La malattia potrebbe spiegare infatti la ragione per cui alcuni gruppi si spiaggino in acque poco profonde ogni anno. Si tratta di quella che gli esperti definiscono «teoria del leader malato», per cui alcuni mammiferi sani seguirebbero un loro capo confuso o perso. Incapace di muoversi con lucidità nel mare, spingerebbe i suoi compagni in territori ristretti per le loro dimensioni che in situazioni di normalità potrebbe facilmente evitare. Resta indelebile invece l’influenza sulla salute dei delfini e di tutte le specie oceaniche dell’eccessivo rumore antropogenico prodotto da trivelle di estrazione.