Sul decreto rave arriva la svolta. Dopo le polemiche durate settimane sulla norma e, soprattutto, su cosa poteva essere punito in base alla prima bozza del testo, prende in mano tutto il ministero della Giustizia. A firmare l’emendamento inviato al Senato è il nuovo capo dell’ufficio legislativo, l’ex procuratore generale di Roma Antonello Mura. Ma soprattutto cambia il reato di riferimento. Non si parla più del 434 del codice penale, che punisce il «crollo di costruzioni o altri disastri dolosi» ma del 633, che si rivolge alla «invasione di terreni o edifici». Ed entra in scena soprattutto il concetto di «raduno musicale» e di «scopo di intrattenimento».

L’articolo 633-bis: il testo
Il testo del nuovo articolo recita: «Chiunque organizza o promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento, è punito con la reclusione da 3 a 6 anni, e la multa da euro 1.000 a 10mila, quando dall’invasione deriva un concreto pericolo per la salute pubblica o per l’incolumità pubblica a causa dell’inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento, anche in ragione del numero dei partecipanti ovvero dello stato dei luoghi. È sempre ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, nonché delle cose che ne sono il prodotto o il profitto».
Tolto il generico «raduni», resta la pena da 3 a 6 anni
La principale novità sta quindi nel concetto stesso di «raduni». Il precedente testo è stato criticato perché troppo generico. Così quello nuovo inserisce le specifiche relative alla musica e all’intrattenimento, che circoscrivono gli eventi escludendo, ad esempio, manifestazioni sindacali o politiche. Resta, invece, la pena: da 3 a 6 anni, così come la possibilità di fare intercettazioni. Per scattare il reato non c’è alcun riferimento al numero di partecipanti ma bisognerà violare le leggi sugli stupefacenti, sulla sicurezza o sull’igiene in tema di spettacoli. E inoltre a rischiare saranno gli organizzatori, non gli stessi partecipanti, che rischierebbero soltanto per il reato del vecchio articolo 633, che parla dell’invasione «di terreni o edifici».
