C’è già chi la chiama ‘la norma D’Aprile’. Forse il caso o chissà cos’altro l’ha inserita proprio all’inizio della bozza del decretone Pa su cui sta lavorando il governo per potenziare la macchina amministrativa dei ministeri. Oltre 70 pagine e 30 articoli che puntano all’assunzione di 3.250 dipendenti nei vari dicasteri (tanti, forse troppi, tanto che anche Palazzo Chigi mentre le agenzie battevano le anticipazioni si è affannato a chiarire che il testo al momento è una «mera sommatoria delle proposte avanzate dai singoli ministeri» e che «dopo una valutazione i numeri e l’impatto risulteranno fortemente ridimensionati») e allargano le maglie per l’accesso nelle stanze che contano.
Molte norme, infatti, mirano a consentire a ministri di avvalersi nei ruoli di vertice di personale esterno alla Pa, in deroga alla normativa attuale. E proprio sotto questa seconda voce rientra la prima delle norme inserite nella bozza, la cosiddetta ‘norma D’Aprile’.

Così la nuova norma aggira il blocco dell’assunzione di D’Aprile
Come scritto da Tag43, D’Aprile, che di nome fa Laura, è una dirigente di punta del ministero dell’Ambiente, capo del dipartimento dello Sviluppo sostenibile. La sua nuova nomina, però, è stata bloccata dal Mef. Il ministero dell’Economia, che attraverso la Ragioneria dello Stato controlla le spese dei ministeri, aveva comunicato al Mase che erano stati nominati già troppi dirigenti e quindi non poteva apporre il visto contabile sulla nomina di D’Aprile. In base al decreto legislativo sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche del 2001, gli incarichi di funzioni dirigenziali nei ministeri possono essere conferiti a esterni alla Pa, da ciascuna amministrazione, entro il limite del 10 per cento della dotazione organica dei dirigenti appartenenti alla prima fascia dei ruoli di dirigenti. Ed è proprio qui che interviene la bozza del decreto Pa. Cosa dice la norma allo studio? Che «fino al 31 dicembre 2026» per la copertura dei posti delle articolazioni ministeriali che «rivestono la qualifica di soggetti attuatori del Piano nazionale di ripresa e resilienza» la percentuale del 10 per cento «si applica nella misura del 12 per cento» in riferimento agli incarichi dirigenziali generali e non generali. Cambiando la percentuale dei dipendenti interni su cui calcolare la possibilità di avvalersi di figure esterne alla Pa (come D’Aprile) il gioco è fatto. Come detto, Laura D’Aprile guida il dipartimento dello Sviluppo sostenibile che si occupa, tra l’altro, di economia circolare, uso sostenibile del suolo e delle risorse idriche, risanamento dei siti contaminati, valutazioni e autorizzazioni ambientali. E per questo può essere considerato soggetto attuatore del Pnrr. Rientrando nell’ambito della norma. Che – viene riferito – sarebbe stata sostenuta in particolar modo dalla Lega.
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