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Falasca incensa il Decreto Lavoro ma si dimentica di dire che è consulente del ministero

L’avvocato Giampiero Falasca elogia il decreto lavoro del governo Meloni in tivù e sul Sole 24 Ore. Ma spettatori e lettori sapranno che dal 24 febbraio è entrato nel gabinetto della ministra Calderone? Nessuno, nemmeno lui sui social, specifica il duplice incarico in odore di conflitto d’interessi. La rettifica di Falasca e la replica del direttore.

3 Maggio 2023 18:286 Maggio 2023 10:19 Carlo Ciarri
Falasca incensa il Decreto Lavoro ma si dimentica di dire che è consulente del ministero

La riforma del reddito di cittadinanza contenuta nel dl Lavoro va «nella giusta direzione»; le novità sui contratti a termine sono «assolutamente coerenti con quello che i tecnici vedono tutti i giorni», quindi si tratta di «scelte di concretezza che vanno salutate con favore». Insomma, il decreto approvato dal governo Meloni il Primo maggio contiene «misure di cui si discuteva da tempo che rispondono a problemi reali e concreti; non ci sono interventi rivoluzionari o straordinari, ma mi sembrano complessivamente interventi che vanno nelle giusta direzione». Una promozione a pieni voti, dunque. Firmata non dal primo che passa, ma da Giampiero Falasca, uno dei massimi esperti di diritto del lavoro in Italia. C’è un “però”.

Falasca è consigliere del ministero del Lavoro per 15 mila euro

Collegato con gli studi di Class Cnbc l’avvocato giuslavorista ha commentato l’ultimo provvedimento dell’esecutivo tessendo lodi al testo e alle norme contenute: dall’emittente televisiva è stato presentato come partner di Dla Piper, studio legale internazionale dove il suo incarico è definire le politiche e le strategie di gestione dei professionisti dello studio. Peccato che dal 24 febbraio 2023 Falasca sia entrato anche nel gabinetto del ministero del Lavoro, negli uffici di diretta collaborazione del ministro. Notizia che Falasca si è guardato bene dal comunicare agli spettatori, che quindi hanno ascoltato le sue opinioni come “esperto” e non come parte in causa, cioè consigliere del ministero (per una retribuzione di 15 mila euro l’anno).

Falasca incensa il Decreto Lavoro ma si dimentica di dire che è consulente del ministero
Giampiero Falasca in tivù a parlare di Decreto lavoro.

Nemmeno i lettori del Sole 24 Ore sanno del suo doppio incarico

Informazione che non è stata fornita nemmeno ai lettori del Sole 24 Ore che sul giornale del Primo maggio hanno avuto modo di leggere una disamina delle novità del decreto sui contratti a termine firmata proprio da Falasca. Articolo poi rilanciato su Twitter (a proposito, nessun cenno al nuovo incarico nemmeno sulla bio del social network) con questo post: “Contratto a termine, superato il Decreto Dignità: si promuove la ‘flessibilità regolare’, che garantisce diritti e percorsi di inserimento, a scapito dei rapporti precari (false p. iva, co.co.co. simulate, ecc.) Attenzione alle causali, hanno generato contenzioso”.

Contratto a termine,superato il Decreto Dignità: si promuove la “flessibilità regolare”, che garantisce diritti e percorsi di inserimento, a scapito dei rapporti precari (false p. iva, https://t.co/1jVe5fBHmJ. simulate, ecc.) Attenzione alle causali, hanno generato contenzioso pic.twitter.com/VabniItzwt

— Giampiero Falasca (@GiamFalasca) May 1, 2023

Una breve esperienza in Azione, prima di sbattere la porta

Falasca arriva al ministero guidato da Marina Elvira Calderone dopo una breve esperienza in Azione, dove ha ricoperto il ruolo di responsabile nazionale diritto del lavoro. Motivo della rottura, l’accordo tra il Terzo polo e il Partito democratico (in piedi solo per qualche giorno e poi rotto al momento dell’intesa tra i dem con le forze alla sua sinistra, cioè Sinistra italiana e Verdi). «Ho deciso di lasciare @Azione_it perché non condivido la scelta di allearsi con persone e partiti che hanno fatto del populismo la propria bandiera, pur capendone le ragioni. Resta una comunità di belle persone guidata da una persona competente e appassionata», aveva scritto su Twitter allegando la lettera di dimissioni inviata al leader Carlo Calenda.

Marina Calderone, i malumori crescenti intorno alla ministra del Lavoro
Marina Calderone. (Getty)

«Mi sono iscritto ad Azione per contribuire a costruire un argine contro il populismo, a partire da quello che inquina le politiche del lavoro da troppo tempo. La scelta di siglare un accordo elettorale che avvicina Azione a persone e forze politiche che su questo populismo hanno costruito le proprie carriere politiche, e che fino a ieri erano considerate totalmente incompatibili con nostri valori, fa perdere senso e la ragione del mio impegno», scriveva nella missiva.

Terzo Polo, Renzi: «Da Calenda attacchi giustizialisti tipici dei grillini. Ho fatto di tutto fino all’ultimo per evitare il patatrac».
Carlo Calenda. (Getty Images)

E chissà cosa penserà proprio Calenda del nuovo incarico di Falasca. Lui che ha commentato il decreto Lavoro dando un colpo al cerchio (le altre opposizioni) scrivendo «fare una polemica perché si tagliano le tasse ai lavoratori il Primo maggio mi sembra assurdo» e un altro alla botte (maggioranza e governo) aggiungendo: «Descrivere il taglio (per ora una tantum) come il più grande mai fatto è sbagliato oltre che falso. Queste due posizioni riassumono bene l’eccesso di propaganda a destra e a sinistra». Se poi a fare propaganda non dichiarata (come una pubblicità occulta…) ci si mette anche il suo ex compagno di partito…

La rettifica di Giampiero Falasca

Caro Dott. Madron,

ho letto l’articolo che mi riguarda. Il pezzo allude al fatto che io, ingannando il pubblico, faccia promozione al governo e ai suoi provvedimenti, in cambio di un compenso da parte del ministero.

Sono informazioni sbagliate e come tali vanno corrette, per i seguenti motivi:

– non sono mai entrato nel “gabinetto del ministro” (che non ho nemmeno la fortuna di conoscere). Ho ricevuto un incarico tecnico di “consulente esperto” del ministero, che ne esistono tanti. Un incarico che si sarebbe dovuto tradurre nel dare consigli strettamente giuridici, non certo partecipare alla definizione degli indirizzi politici o condividerli;
– l’incarico mi è stato comunicato il 24 aprile, dopo la registrazione in Corte dei conti (a febbraio ho ricevuto solo una proposta di collaborazione, che era soggetta a condizione)
– non ho mai partecipato a una sola discussione con il ministero sul c.d. Decreto Lavoro, di cui ho conosciuto il testo come tutti, leggendo le anticipazioni dei giornali. Altrimenti avrei certamente informato tutti gli utenti di questa circostanza
– dopo pochi giorni dal conferimento dell’incarico ho rinunciato, senza di fatto aver mai iniziato la collaborazione. Pur non essendo a mio avviso necessario, ho fatto questa scelta per evitare che qualcuno potesse mettere in dubbio la mia indipendenza
– ho detto sul Decreto le stesse cose che dico da oltre venti anni; alludere al fatto che le mie opinioni siano “prezzolate” è un colpo basso davvero gratuito, bastava cercarmi prima per capire come stavano davvero le cose.

Le chiedo quindi di cancellare l’articolo dal contenuto diffamatorio o comunque di rettificarlo, ai sensi della legge sulla stampa.

La mia unica risorsa è la credibilità: non posso tollerare che qualcuno la danneggi.

Saluti cordiali

Giampiero Falasca

La replica del direttore Paolo Madron

Caro dottor Falasca,
la notizia dell’incarico era corretta, anche perché sul sito del ministero del Lavoro e delle politiche sociali il suo incarico risulta attivo dal 24 marzo e tutt’ora in vigore. Non sapevamo della rinuncia: nessuno discute la sua buona fede ovviamente. Semmai il suo ravvedimento può servire da utile esempio a chi con troppa disinvoltura accetta incarichi dalla politica che possono prefigurare il rischio di conflitti di interessi. L’averlo subito intuito le rende merito.

Con cordialità

Paolo Madron

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