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Madama la vergogna

Il Senato blocca il Ddl Zan con il voto segreto. Passa la tagliola di Lega e FdI. Salvini: «Sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5 stelle: hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione». Dubbi sui renziani.

27 Ottobre 2021 14:2727 Ottobre 2021 16:20 Redazione
il senato blocca ddl zan

Il Senato blocca l’iter del Ddl Zan contro l’omotransfobia: Palazzo Madama ha detto sì alla ‘tagliola‘ chiesta da Lega e Fratelli d’Italia. A favore dello stop all’esame degli articoli e degli emendamenti 154 senatori, 131 i contrari. Il centrosinistra ha perso 16 voti più due astenuti. I dem puntano il dito contro i renziani. Il risultato è stato accolto da un coro da stadio in Aula, come si vede nel video postato su Twitter dalla vicepresidente dei senatori Pd Caterina Biti che commenta: «Mi viene da vomitare».

Mi viene da vomitare.#DDLZan pic.twitter.com/dfNlfUtDrG

— caterina biti (@caterinabiti) October 27, 2021

Soddisfatto naturalmente il senatore Simone Pillon che su Facebook posta una foto sorridente con la didascalia: «Ciao Ciao Zan».

 

Ddl Zan, la presidente Casellati ammette il voto segreto

La presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati aveva ritenuto «ammissibili le due richieste di votazione segreta in base al regolamento e ai precedenti», nonostante le contestazioni, soprattutto da parte dei pentastellati. «Sono stata chiamata a decidere sulla richiesta di una votazione segreta», ha chiarito la presidente del Senato. «È una questione puramente giuridica non a caso ho fatto riferimento al regolamento e ai precedenti». In mattinata il dem Alessandro Zan si era detto ottimista: «Sono convinto che Italia viva voterà con noi e la tagliola non dovrebbe passare. Poi ci sono tanti del gruppo Misto che hanno già dichiarato che voteranno contro la tagliola, sono abbastanza tranquillo che questa operazione della Lega non passerà». Dopo il voto, invece, ha scritto amaro su Twitter: «Chi per mesi, dopo l’approvazione alla Camera, ha seguito le sirene sovraniste che volevano affossare il #ddlZan è il responsabile del voto di oggi al Senato. È stato tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo di civiltà. Le responsabilità sono chiare».

Chi per mesi, dopo l’approvazione alla Camera, ha seguito le sirene sovraniste che volevano affossare il #ddlZan è il responsabile del voto di oggi al Senato. È stato tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo di civiltà. Le responsabilità sono chiare.

— Alessandro Zan (@ZanAlessandro) October 27, 2021

LEGGI ANCHE: Sui social Fedez attacca Renzi

Ddl Zan, Salvini: «Sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5 stelle»

«Sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5 stelle: hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre, dalle associazioni e da molte famiglie, e hanno affossato il Ddl Zan», ha commentato il segretario della Lega Matteo Salvini. «Ora ripartiamo dalla proposte della Lega: combattere le discriminazioni lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione, la teoria gender e i reati di opinione».  Durante la discussione a Palazzo Madama, il leghista Roberto Calderoli aveva definito la legge Zan «una porcata» e si era espresso per il voto segreto. Il presidente della Lega in commissione Giustizia Andrea Ostellari aveva invece insistito per un rinvio, ipotesi rigettata martedì dal Pd.

Ddl Zan, Letta: «Hanno voluto fermare il futuro»

Duro il segretario dem Enrico Letta: «Hanno voluto fermare il futuro. Hanno voluto riportare l’Italia indietro», ha commentato in un tweet. «Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà».

Hanno voluto fermare il futuro. Hanno voluto riportare l’Italia indietro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà. #DdlZan

— Enrico Letta (@EnricoLetta) October 27, 2021

Ddl Zan, Forza Italia spaccata: Elio Vito si dimette da responsabile Difesa del partito

Ignazio La Russa (Forza Italia), che aveva dichiarato di essersi sentito discriminato in passato per la sua appartenenza politica, ha invece sottolineato: «Non c’è nessun comportamento discriminatorio che già non venga punito, tranne le opinioni». Sempre da Forza Italia Lucia Ronzulli ha insistito sull’effetto intimidatorio della legge definendo le linee sull’educazione scolastica «folli teorie gender». La spaccatura di Forza Italia però si è ripetuta anche oggi a Palazzo Madama. Elio Vito si è infatti dimesso dal suo incarico di responsabile del dipartimento Difesa e sicurezza del partito.

La mia lettera di dimissioni al Presidente @berlusconi da responsabile del Dipartimento Difesa e sicurezza di @forza_italia, dopo che è stato annunciato al Senato il nostro voto favorevole al non passaggio agli articoli del #DDLZan🌈 pic.twitter.com/IKRB4uQ8Sp

— Elio Vito 🇮🇹🇪🇺🇺🇸 (@elio_vito) October 27, 2021

 

Prima del voto Vito era stato chiaro. «Il presidente Berlusconi mi ha onorato tempo fa della nomina a responsabile del dipartimento Difesa e sicurezza di Forza Italia. La cronaca di questi mesi è purtroppo piena di episodi di violenza ai danni di persone Lgbt, picchiati perché camminavano mano nella mano, si baciavano, portavano una borsa arcobaleno», aveva spiegato l’azzurro. «Per questo se Fi dovesse votare il non passaggio agli articoli del ddl Zan, una legge che contrasta proprio odio, discriminazioni e violenze, a malincuore, ma per coerenza, non potrei più mantenere l’incarico affidatomi da Berlusconi».

Ddl Zan, Faraone di Italia viva: «Con il voto segreto si rischia il disastro»

Il presidente dei senatori di Italia viva Davide Faraone ha invece ribadito la pericolosità del voto segreto: «Noi voteremo il ddl Zan come sempre. Peccato per la mancata intesa: siamo molto preoccupati che con il voto segreto la legge sia bocciata, sarebbe un disastro». La presidente dei renziani Teresa Bellanova si è invece rivolta direttamente al relatore del Ddl: «Caro Zan tu, sbagliando, ne stai facendo una battaglia di visibilità. Individuando bersagli e mettendo alla gogna persone che ragionevolmente chiedono una seria discussione, come in questi mesi le femministe, per esempio».

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