Dating online: cos’è l’hardballing, il nuovo modo di vivere l’incontro con l’altro

Barbara Massaro
11/05/2022

La Generazione Z ha introdotto nuovi codici di comportamento anche nell'utilizzo delle app per gli appuntamenti online. Un esempio? L'hardballing cioè esplicitare subito cosa si sta cercando. Un modo per evitare delusioni che però uccide le farfalle nello stomaco.

Dating online: cos’è l’hardballing, il nuovo modo di vivere l’incontro con l’altro

Patti chiari e amicizia lunga. Sembra essere questa la filosofia dell’hardballing, il nuovo modo di approcciarsi all’altro (sentimentalmente, sessualmente o per semplice conoscenza) sdoganato dalla Generazione Z attraverso le app per appuntamenti. Un modo di fare ‘duro’ (da qui il termine inglese hardballing), ma anche schietto e sincero che mette al sicuro i giovani tra i 18 e i 25 anni – quelli della Gen Z – da cuori infranti e inutili perdite di tempo.

Come funziona l’hardballing

In pratica funziona così: ci si iscrive a una app di incontri, Tinder in primis, e invece di navigare e parlare con l’immensa platea di naufraghi digitali in cerca di compagnia si attua una prima scrematura dichiarando le proprie intenzioni sin dal primo contatto. Che si cerchi sesso o amore poco importa, ciò che conta è parlare chiaro in maniera che non si perda tempo e si vada a colpo sicuro. Le bugie non sono ammesse in un contesto in cui mentire è invece molto facile, sia su dettagli fisici e anagrafici che sulle intenzioni che animano la ricerca. Quindi invece di sparire nel nulla quando si è stufi dell’altro (la cosiddetta pratica del ghosting) i ragazzi – a costo di sembrare privi di empatia – dichiarano fin dal primo minuto ciò che cercano. Se le intenzioni coincidono bene, se no si passa a un altro profilo.

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L’app Tinder (Getty)

Le conseguenze psicologiche dell’hardballing

Secondo psicologi e sessuologi questo approccio ha aspetti positivi e negativi. Di certo è figlio di una generazione ‘fluida’ cresciuta senza troppi tabù e falsi imbarazzi. Sono ragazzi che conoscono i valori della comunicazione aperta, dell’importanza dello scambio con l’altro, di una sessualità non repressa e consapevole. Giovani di certo più ‘risolti’ di tanti adulti che ancora guardano ogni due minuti se la persona amata o desiderata è online o ha le due flag blu su Whatsapp; ma anche ragazzi che pare abbiano rinunciato alle farfalle nello stomaco, alle inutili sbandate o a provare il dolore di una porta chiusa in piana faccia all’improvviso. Anche il protocollo della seduzione e del corteggiamento esce mortificato dall’hardballing con conseguenze incerte circa l’evoluzione di un possibile rapporto amoroso. La seduzione è fatta di rituali vecchi come il mondo, di tempi che devono maturare e desiderio che deve crescere in una sottile alchimia chimica.

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Le differenze tra Millennials e Gen Z nel dating

I tempi degli sguardi fugaci dopo la campanella, degli “squillini” o delle “vasche” in centro con le amiche per intercettare sguardi più o meno interessati sembrano roba da dinosauri, ma le cose vanno proprio così e a prendere il timone di questo nuovo modo di comunicare è proprio la generazione dei giovanissimi che su Tinder occupano la metà della platea totale e lo fanno in maniera, appunto, nuova rispetto a come si faceva nel 2016 quando Tinder era sinonimo di sesso senza compromesso. Allora erano i Millennials i maggiori frequentatori dell’app che tutti avevano ma che nessuno ammetteva di frequentare. Di quella prima generazione di Tinder-addicted sono rimasti in pochi: qualche scapolone impenitente e donne stanche in cerca di compagnia. Dai Millennials, quindi, si è passati alla Gen Z che ha radicalmente modificato la filosofia dell’incontro. Complice la pandemia e la solitudine subita soprattutto dai più giovani si è iniziato a cercare online un contatto umano precluso nella realtà. Le app di appuntamenti hanno quindi vissuto una seconda giovinezza e sono diventati il luogo ideale in cui confrontarsi, parlare e mettere in chiaro anche le priorità della vita. E così i ragazzi – nativi non solo digitali, ma social – hanno cercato online quella verità relazionale preclusa altrove e paradossalmente più lo strumento di contatto è diventato virtuale più i giovani e giovanissimi sembrano avere fame di sincerità e schiettezza.

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