La notizia è arrivata alla fine di aprile e non è stata certo una sorpresa a Wolfsburg: Daniela Cavallo, 46 anni, è stata nominata al vertice del comitato aziendale del Gruppo Volkswagen, il consiglio di fabbrica del colosso tedesco che rappresenta oltre 600 mila dipendenti in tutto il mondo, circa la metà in Germania. Doppio passaporto, italiano e tedesco, figlia di un immigrato italiano arrivato in Germania negli Anni 70 con la prima ondata di Gastrbeiter, i “lavoratori ospiti”, Cavallo è la prima donna a ricoprire questa posizione e va a prendere il posto di Bernd Osterloh che dopo 15 anni è passato dall’altra parte della barricata e cioè a dirigere le risorse umane a Traton, la divisione della Vw che si occupa del settore autocarri.
Le sfide di Daniela Cavallo in Volkswagen
Per la nuova capa del potente Betriebsrat non sarà una passeggiata. L’intero settore mondiale dell’auto è infatti in affanno sia a causa sia dello stallo dovuto alla pandemia sia per la transizione già iniziata verso la mobilità elettrica. Nei prossimi mesi il gruppo, che nel primo trimestre 2021 ha ricominciato a correre – segnando, come riporta il Sole 24Ore un utile netto di 3,4 miliardi (3,05 nel primo trimestre 2019) e un utile operativo di 4,8 miliardi (3,9 nello stesso periodo 2019), mentre i ricavi sono aumentati del 13,3% a 62,4 miliardi – ha previsto di tagliare dai 3 ai 5 mila posti di lavoro per liberare risorse da investire in nuove tecnologie. In realtà si tratterebbe di una riorganizzazione (prepensionamenti senza licenziamenti) decisa con i sindacati. Comunque una bella impresa per la “nuova regina di Wolfsburg”, come è stata definita dallo Spiegel.
I primi passi di Cavallo nel gruppo di Wolfsburg
Cavallo è nata proprio a Wolfsburg, città della Bassa Sassonia sede del gruppo automobilistico. Suo padre, originario della Calabria, lavorava alla catena di montaggio del Maggiolino. Come racconta Businnes Insider, era solito ripetere alla figlia come la Vw fosse il miglior datore di lavoro di tutta la regione: «Se ottieni una posto di apprendistato in fabbrica, hai un futuro sicuro». E lei, al momento di scegliere la sua strada, ha seguito il suo consiglio. Dopo la maturità nel 1994 è entrata nel percorso di formazione commerciale, subito dopo è entrata a fare parte della rappresentanza dei giovani lavoratori e tirocinanti. Poi la prima elezione nel consiglio di fabbrica nel 2002, in una fase in cui la Volkswagen non se la passava bene come del resto la Germania. Il Paese accusava il primo decennio dalla riunificazione e il cancelliere socialdemocratico Gerhard Schröder, alla testa di un governo di coalizione con i Verdi, iniziava ad affrontare la riforma del mercato del lavoro proprio con l’aiuto di un ex manager della Vw, Peter Hartz.
La benedizione di Osterloh
Cresciuta in azienda con Osterloh che già da tempo l’aveva indicata per la successione, l’ascesa di Cavallo potrebbe continuare. Nel 2022 infatti il colosso di Wolfsburg dovrà rinnovare consiglio di fabbrica e di sorveglianza e lei naturalmente parte in pole position. Il suo predecessore si è congedato ricordando come la sua pupilla sia «forte ed empatica» e che molti si stupiranno di quello che saprà fare. Messaggio nemmeno troppo indiretto a Herbert Diess, il capo austriaco del consiglio di amministrazione della Volkswagen AG.