Crisi Ucraina, il racconto da Odessa: «La gente vuole scappare, ma non può»
Dasha, maestra elementare ucraina, dalla città sul Mar Nero ha raccontato la situazione sulle colonne di Kommersant: «Le stazioni di servizio stanno collassando. La gente prova a scappare ma non ci riesce».
«Le stazioni di servizio stanno collassando, la città è piena di ingorghi, le persone cercano di andarsene, ma non ci riescono». È la testimonianza drammatica pubblicata dal quotidiano russo, Kommersant. A parlare è Dasha, una donna ucraina che si trova a Odessa, la città a sud ovest del Paese è una di quelle in cui da diverse ore ormai l’esercito russo con particolare insistenza sta portando avanti la sua offensiva militare.

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Odessa, città d’arte in cui è stata ambientata la Corazzata Potemkin
Odessa, storica città è stata da sempre meta di occidentali e italiani, la città in cui, tra gli altri, è stata ambientata La Corazzata Potemkin, e si trova a pochi chilometri dai confini con la Moldavia. «Sulla strada che dalla Transnistria porta a Odessa è stato allestito un posto di blocco all’ingresso della città», continua la donna. «Ho preparato i documenti e tutte le mie cose, pronta per partire. Qualcuno sta fuggendo per andare dai parenti, qualcun altro chissà dove».
Alle porte di Odessa le file per la benzina ora sono tutte così, di centinaia di metri. Code per evadere verso la Polonia tagliando dalla Moldovia. Ora in macchina verso il confine con la Transnistria. pic.twitter.com/sTKJbbdblX
— Paolo Mossetti (@paolomossetti) February 24, 2022
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La storia di Dasha, maestra di prima elementare che per il momento non vuole lasciare la città
Lei per il momento resiste, ma non si sa per quanto: «Sto tenendo una lezione on line con i miei allievi, bambini di prima elementare, il direttore scolastico non ci ha chiesto di andarcene. ‘Dasha, vedi i carrarmati sulla tua strada?’, mi ha chiesto il direttore. Io per ora rimango. Nel frattempo mezza classe è andata via, l’altra metà è rimasta. Comunque deciderò sul momento. I miei documenti sono pronti, mi sono lavata, ho fatto colazione anche se il pezzo di pane non mi riusciva ad andare in gola».
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