Crisi dello Stretto di Formosa, Taiwan annuncia esercitazioni con proiettili veri
In risposta alle manovre di Pechino, Taipei testerà la prontezza al combattimento. Tensione in mare lungo la linea mediana, tra imbarcazioni dei due Paesi.
Quarto giorno di esercitazioni per Esercito popolare di liberazione al largo dell’isola di Taiwan. Il Comando delle forze armate della Repubblica Popolare Cinese ha riferito che le attività si stanno concentrando «sull’attacco terrestre congiunto e sugli attacchi aerei a lungo raggio». Dieci tra imbarcazioni della marina taiwanese e cinese sono rimaste vicine alla linea mediana dello Stretto di Formosa (le navi di Pechino l’hanno già superata in un’occasione): la tensione rimane altissima e c’è il timore che l’escalation possa portare allo scoppio di un conflitto armato.
Cina-Taiwan, le nuove esercitazioni annunciate da Pechino e Taipei
Sulla piattaforma social cinese Weibo, l’Eastern Theatre Command dell’esercito di Pechino ha reso noto che, da domani e fino all’8 settembre, le forse armate terranno esercitazioni militari nella parte meridionale del Mar Giallo e Bohai, vicino alla Corea del Sud. Da parte sua, Taiwan ha annunciato che questa settimana organizzerà due esercitazioni di artiglieria “a fuoco vivo”, cioè con proiettili veri, su larga scala nel sud dell’isola. L’obiettivo è testare la sua prontezza al combattimento di fronte alle crescenti minacce da parte di Pechino. Le autorità di Taiwan hanno chiesto alla Cina di «fermare immediatamente tutti i suoi comportamenti bellicosi» e di adottare «un comportamento razionale». Le unità militari coinvolte nelle esercitazioni annunciate da Taiwan includono il comando di artiglieria, le truppe di fanteria di stanza a Pingtung, il comando di difesa di Hualien e la guardia costiera dell’isola. 78 mortai leggeri sviluppati localmente e sei obici di fabbricazione statunitense verranno usati per le prove di tiro in aria e in mare.
Trump: «La Cina può ora fare quello che vuole, con me non sarebbe successo»
Pechino considera Taiwan una parte “inalienabile” del suo territorio da riunificare. Anche con la forza, se necessario. E sta motivando le manovre in mare come una risposta alla visita a Taipei di Nancy Pelosi, definita una «grave provocazione politica». Critico nei confronti della speaker della Camera Usa, esponente democratica, anche l’ex presidente Donald Trump, che dal palco della Conferenza dei Conservatori ha attaccato: «Tutto quello che tocca si trasforma in qualcosa di brutto: ha tentato con me l’impeachment due volte e ha fallito. Quella donna porta caos ed è quello che sta accadendo in Cina e Taiwan. Ora la Cina ha l’occasione di fare quello che vuole, con me non sarebbe mai successo».