La crisi Russia-Ucraina in 10 punti
Dall'Euromaidan alla guerra del Donbass, fino allo scontro per l'ingresso di Kiev nella Nato, ecco come siamo arrivati alla situazione attuale.
La crisi ucraina sta tenendo tutto il mondo con il fiato sospeso. La Russia di Putin invaderà l’ex repubblica sovietica oppure è tutto un bluff? Gli Stati Uniti sono certi che l’attacco sia imminente, mentre Mosca smentisce: di sicuro, stiamo assistendo al maggior momento di tensione tra le due superpotenze, dai tempi della Guerra Fredda. Ecco le tappe che hanno portato a questo momento e gli attori in gioco adesso.
L’Euromaidan e la cacciata di Janukovyč
Nel novembre 2013, a seguito della sospensione degli accordi di alleanza con l’Unione Europea, una serie di violente manifestazioni pro-europee (“Euromaidan“) a Kiev sono sfociate nella rivoluzione ucraina del 2014 e alla cacciata del presidente Viktor Janukovyč, vicinissimo a Putin, con l’instaurazione di un governo a interim filoeuropeo non riconosciuto da Mosca.
La guerra del Donbass
A seguito dell’instaurazione di questo governo, la Russia di Putin ha invaso la penisola di Crimea, ufficialmente per sostenere le rivendicazioni della popolazione russofona, che chiedeva un referendum sull’indipendenza, incoraggiando la rivolta dei separatisti filorussi nel Donbass. Indipendente dal 1991, quando iniziò la disgregazione dell’Unione Sovietica, l’Ucraina è divisa sostanzialmente in due parti: quella occidentale, a forte componente cattolica, e quella orientale, ortodossa e filorussa: il Donbass, appunto. Il conflitto è terminato con l’annessione della Crimea alla Russia, attraverso un referendum mai riconosciuto dall’Ucraina.

Putin: Russia e Ucraina «una nazione»
Vladimir Putin ritiene che la Russia abbia un “diritto storico” sull’Ucraina, che faceva parte dell’Unione Sovietica fino al collasso. Dietro ci sono ragioni storiche, etniche, linguistiche: in un lungo articolo pubblicato lo scorso anno ha definito Russia e Ucraina «una nazione».
La nuova Ucraina guarda a Occidente
Al contrario, le generazioni ucraine più giovani stanno spingendo il Paese verso l’Occidente e l’attuale presidente, Volodymyr Zelensky, in carica dal 2019 e filoeuropeo.
Mosca e la popolazione russofona in Ucraina
La recente escalation, iniziata con l’invio di truppe al confine ucraino nel marzo-aprile 2021, è dovuta a più fattori. Tornando alla questione precedente, la Russia di Putin vuole tutelare la popolazione russofona del Donbass, dopo che Kiev ha approvato una serie di leggi che limitano l’utilizzo della lingua e dei media russi. Ma non è certo questa la ragione principale.
L’arresto di Medvedchuk per alto tradimento
Un altro motivo di attrito è stata l’approvazione in Ucraina, nel 2021, di una legge che proibisce a tredici oligarchi ucraini di possedere dei media per influenzare la politica. Il provvedimento ha colpito anche il magnate Viktor Medvedchuk, amico stretto di Putin (che è padrino della figlia Daryna), arrestato poi con l’accusa di alto tradimento. Poco dopo, Putin ha cominciato ad ammassare truppe al confine.
La Russia non vuole l’Ucraina nella Nato
La questione principale è però l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, a cui la Russia si oppone fermamente. Kiev sta lavorando da anni per entrare nell’Alleanza Atlantica, mentre il Cremlino non vuole rinunciare a questo prezioso Stato-cuscinetto, che divide la Russia dal resto d’Europa, continuando a mantenere la sua sfera d’influenza nell’area. Al momento solo il 6 per cento dei confini russi toccano Paesi della Nato e l’Ucraina però condivide con la Russia una frontiera lunga più di duemila chilometri.
Le esercitazioni con l’alleata Bielorussia
A proposito di confini, nei mesi scorsi la Russia ha concentrato truppe alla frontiera ucraina, dando vita a a esercitazioni congiunte con l’alleata Bielorussia. Il contrasto, più che con l’Ucraina in sé, è con la Nato: secondo quanto dichiarato da Mosca, tali esercitazioni sono solo una risposta all’Alleanza Atlantica, che da anni sta ammassando truppe vicino ai suoi confini, ad esempio in Lettonia.

Nato-Russia, accuse reciproche
Con la minaccia della guerra, mai ammessa, la Russia si oppone alla fornitura di aiuti, armamenti e truppe da parte della Nato agli Stati ex Urss dell’Europa orientale. Da parte sua la Nato, dopo aver fornito armi a Kiev per anni, ha condannato ogni prospettiva di invasione russa dell’Ucraina.
Il ruolo degli Stati Uniti
Nato significa anche Stati Uniti, accusati da Mosca di fomentare le tensioni. Gli Usa vogliono certamente limitare temono l’espansione russa nell’Europa dell’Est: curiosamente, la presidenza Biden si era aperta con l’annuncio di un rilancio di negoziati su temi specifici di sicurezza con Mosca, dopo i quattro anni di Trump in cui i rapporti erano stati gelidi.
La Cina guarda con interesse
Spettatore interessato Xi Jinping: la Cina sta osservando attentamente la risposta occidentale mentre valuta i rischi di reincorporare Taiwan, che come l’Ucraina si sta avvicinarsi troppo agli Stati Uniti e ai loro alleati