Perché la crisi tra Chiara Ferragni e Fedez è una strategia di marketing

Michele Monina
18/02/2023

Ma quale divorzio tra Chiara Ferragni e Fedez: dopo Sanremo un po’ di maretta c’è stata, ma la grande crisi dei Ferragnez è soprattutto una strategia di marketing.

Perché la crisi tra Chiara Ferragni e Fedez è una strategia di marketing

Quando l’anulare di Chiara Ferragni si mostra senza la fede nuziale, lo stolto guarda il dito, non certo la luna. Potremmo iniziare da qui. Ma probabilmente la faccenda della fede nuziale, casualmente dalla mano sinistra dell’imprenditrice coconduttrice di Sanremo scomparsa proprio a beneficio di videocamera, sarà stata superata da chissà quante altri piccole tessere del puzzle: le vacanze all’agriturismo coi figli ma senza Fedez, la storia di quest’ultimo, in cui si parla di calamite che si attraggono, prima postata e poi cancellata, forse perché magari qualcuno avrà fatto notare che le calamite si respingono, perché una narrazione è tale solo se si arricchisce minuto per minuto di dettagli, la scena occupata militarmente.

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Sanremo 2023, un’edizione targata Ferragnez

Facciamo quindi un passo indietro. Proprio a inizio Festival, è lì che si è consumato il crimine che vogliamo raccontare. A sorpresa sul palchetto d’onore del Teatro Ariston, proprio nei primi minuti della prima serata del Festival compare il Presidente Mattarella. Una prima volta, anzi, una doppia prima volta, e una di queste due prime volte è forse il cuore di questa storia. La prima volta che un Presidente della Repubblica partecipa come ospite d’onore a una puntata del Festival, Roberto Benigni a declamare passi a caso della Costituzione. La prima volta che un passaggio importante della giornata del Presidente della Repubblica non viene annunciata direttamente dal Quirinale, e neanche dalla Rai, ma direttamente da Amadeus, lì sul palco. Ecco, segniamoci questo snodo.
Che a Mattarella non stia a cuore il Cda Rai, credo, sia cosa nota, come che non gli stia particolarmente a cuore il governo che, in qualche modo, l’ha lasciato lì. Quindi l’irritualità del suo passaggio festivaliero, spoilerato direttamente dal direttore artistico e conduttore, potrebbe essere una sorta di messaggio cifrato, in codice, facilmente leggibile anche per un analfabeta funzionale. Analfabeta funzionale che in effetti lo legge, e se ne ha a male.

Ma quale divorzio tra Chiara Ferragni e Fedez: la grande crisi dei Ferragnez è soprattutto una strategia di marketing.
Chiara Ferragni sul palco dell’Ariston con Amadeus (Getty Images )

Forward veloce, doppia freccia a destra. Serata finale del Festival, è evidente che da domenica non si parlerà più di canzone, sempre che qualcuno ne abbia in effetti parlato. Come è evidente che non si parlerà di Blanco che distrugge fiori, se non per bastonare sempre chi Blanco lì ce l’ha portato. Cosa quindi di più intelligente che spostare l’attenzione su altro? Chiara Ferragni ha fatto parlare di sé la prima serata, per il suo monologo stopposo, i suoi abiti Dior che ne mostravano l’anatomia (idea già proposta da Madame su quello stesso palco un paio di anni fa, ma si sa, la memoria dello spettatore medio è brevissima), poi è arrivato suo marito a attirare tutta l’attenzione su di sé, prima le foto strappate a beneficio di camera, i testi in free style improvvisati e non approvati da Coletta & Co, poi quel “Giorgia Legalizzala” urlato in coro con J-Ax, dove Giorgia è Giorgia Meloni e quel che va legalizzato è la marijuana.

Manca giusto un tassello, ancora assente, seppur già testato proprio nella serata dei duetti, anche lì a baciarsi con J-Ax, qualcosa che faccia inalberare i benpensanti che si sentono sotto attacco per le note questioni gender. Così ecco che arriva Rosa Chemical, che prima twerka sopra Fedez, che simula un orgasmo, poi lo porta sul palco e infine lo limona duro, in mondovisione. Appena tornato a posto, si è ben visto in diretta tv, il suocero gli passa lo smartphone, alla faccia dell’improvvisazione, come dire, tranquillo Federico, ho ripreso tutto. Tempo qualche minuto e, sempre a beneficio di camera, anzi camere, quelle degli smartphone degli spettatori presenti all’Ariston, ecco che Chiara chiama suo marito sul palco durante uno spot pubblicitario, per litigare. Poi ecco Fedez che piange in platea, sempre a beneficio di camera mentre Ornella Vanoni lo saluta dal palco. Poi il resto è storia.

Le voci di rottura dopo la fine del Festival

Chiara ringrazia tutti, a Festival finito, meno che il marito. Marito che scompare dai social. Le voci di una rottura. Le tensioni. Addirittura i flashmob organizzati, i bene informati dicono dalla stessa coppia, per farli rappacificare. La fede che scompare. Le foto sotto un ufficio di avvocati, che poi viene indicato come lo studio di un terapista di coppia, quando in realtà è lo studio dell’avvocato che cura i loro interessi economici. La notizia che Prime Video abbia bloccato, su richiesta della Ferragni, le riprese della seconda stagione dedicata alla loro vita di coppia, dopo che per tutto il Festival le telecamere di Prime Video hanno ripreso la vita nel backstage dell’Ariston, zona negata alle telecamere Rai, la ciliegina sulla torta. Perché una serie che racconta una crisi sarebbe una bomba, e infatti una bomba sarà, come perfettamente previsto dai due.

Ma quale divorzio tra Chiara Ferragni e Fedez: la grande crisi dei Ferragnez è soprattutto una strategia di marketing.
I Ferragnez a Sanremo (Instagram)

La crisi dei Ferragnez? Una tempesta perfetta

Due che hanno scritto e pensato la tempesta perfetta. Hanno preso su di loro tutta la scena, fingendo una rottura, l’uomo narcisista che ruba i riflettori alla moglie, moglie che ha fatto un monologo proprio sul ruolo della donna, l’uomo di cui di colpo in molti mettono in dubbio l’eterosessualità, le voci di altri baci, l’aver ordito tutto a Muschio Selvaggio con Rosa Chemical, fatto questo che porterà a una denuncia alla procura di Sanremo, perché due uomini che simulano un atto sessuale e che comunque siano ambigui è sicuramente troppo, specie per chi ritiene il sesso qualcosa di sbagliato e sventola lo spauracchio gender. Hanno tolto di mezzo il casino interno alla Rai di Mattarella annunciato direttamente da Amadeus, spostando l’attenzione direttamente sullo stesso direttore artistico, reo di aver invitato Fedez e Rosa Chemical da quelle parti, non certo di aver fatto uno sgarbo istituzionale che comunque avrebbe tirato in mezzo anche lo stesso servizio pubblico. Ha fatto un mega spot alla serie che Prime Video presenterà sulla coppia d’oro del nostro show business, senza passare dal via, cioè senza far incassare pecunia a mamma Rai, certo, e costando la testa di Amadeus e Lucio Presta, capri espiatori ideali per tutti i motivi sbagliati del caso, da Blanco, che evidentemente è poco simpatico alla Lega, viste le sue perculate a Salvini, e Rosa Chemical che limona Fedez.

Ma quale divorzio tra Chiara Ferragni e Fedez: la grande crisi dei Ferragnez è soprattutto una strategia di marketing.
Fedez e Chiara Ferragni alla prima della docuserie The Ferragnez (Getty Images)

Tutto fino, tutto a beneficio di chi sa usare la contingenza come nessun altro, sfruttando anche le stesse voci relative a una certa ambiguità di fondo della coppia, roba che neanche Escher e le sue scale. Alla fine succederà che la Rai sfilerà il Festival ad Amadeus e Presta, che hanno fatto numeri pazzeschi, per questioni che neanche riguarderebbero loro. Succederà che se il Festival andrà in Mediaset, per la prima volta sarà oggetto di un bando, quindi di un concorso, il tutto tornerà in mano ai due, meritatamente. Succederà che la serie di Prime Video su Chiara Ferragni e consorte uscirà con una carica di attenzione che nessun pubblicitario avrebbe mai potuto costruire a tavolino. Le procure di Imperia e Sanremo, immagino, lasceranno perdere le accuse per Blanco e Rosa Chemical, ma questa è ordinaria amministrazione. La fede nuziale, prima o poi, tornerà, sempre che quelle voci che volevano Chiara lì a frequentare un altro artista, artista col quale Fedez ha duettato, non fossero poi solo voci. Mamma Rai, nel mentre, ringrazia, e per dirla proprio con quei nomi lì, “mi hai risolto un bel problema, ma poi me ne restano mille”.