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La crisi climatica potrebbe rimpicciolire le dimensioni dell’uomo

Un paleontologo di Edimburgo ritiene che l’uomo potrebbe rimpicciolirsi con l’aumento delle temperature come avvenuto per altri mammiferi. La scienza però si divide.

8 Giugno 2022 14:46 Fabrizio Grasso
Un paleontologo di Edimburgo ritiene che l’uomo potrebbe rimpicciolirsi con l’aumento delle temperature dovuto alla crisi climatica.

L’uomo in futuro potrebbe avere dimensioni sempre più piccole. È l’ipotesi di Steve Brusatte, paleontologo dell’Università di Edimburgo, secondo cui la crisi climatica e il continuo aumento delle temperature globali potrebbero portare la specie umana a rimpicciolirsi. La teoria è frutto di uno studio sulla risposta dei mammiferi al cambiamento climatico nel corso della storia, a seguito dell’estinzione dei dinosauri. La scienza però si divide, tanto che alcuni esperti hanno accolto l’ipotesi con forte scetticismo.

Surreal! Publication day for The Rise and Reign of the Mammals in the USA!
Huge thanks to everyone for your support and kind words. I hope you’ll find mammals as fascinating as I do. And even MORE fascinating than those dinosaurs… pic.twitter.com/wxIugwiciU

— Steve Brusatte (@SteveBrusatte) June 7, 2022

Perché la crisi climatica potrebbe portare l’uomo a rimpicciolirsi?

Promotore della nuova teoria è Steve Brusatte, paleontologo americano che da anni lavora all’Università di Edimburgo come docente e ricercatore. Lo scienziato ha infatti paragonato la potenziale evoluzione umana ai primi cavalli che, circa 55 milioni di anni fa, divennero più piccoli con l’aumento della temperatura globale. «C’è una grande documentazione fossile a riguardo», ha dichiarato al Guardian. «Si tratta del più grande evento di riscaldamento dell’era geologica e i parallelismi con l’epoca moderna sono inquietanti». Nel suo nuovo libro, The Rise and Reign of the Mammals, Brusatte ha osservato come nelle aree più calde del Pianeta i mammiferi siano più piccoli rispetto alle zone fredde. Si tratta di un principio conosciuto come regola di Bergmann che mette in relazione la massa corporea con la latitudine geografica.

Un paleontologo di Edimburgo ritiene che l’uomo potrebbe rimpicciolirsi con l’aumento delle temperature dovuto alla crisi climatica.
Il sole caldo su una fontana di Bucarest nell’agosto 2021 (Getty)

Le ragioni della teoria non sono del tutto chiare ma, come ha confermato Brusatte, è probabile che gli animali più piccoli siano in grado di dissipare il calore più facilmente rispetto a quelli di maggiore stazza. «Ciò non implica che ogni mammifero si rimpicciolisca in risposta alla crisi climatica», ha proseguito lo scienziato. «Sembra però essere un trucco comune di sopravvivenza che solleva domande sull’essere umano. Io credo sia plausibile che diventeremo più piccoli». Non si tratta del primo studio che mette in correlazione la temperatura e le dimensioni umane. Nel luglio 2021, un team anglo-tedesco aveva notato che l’uomo ha una massa corporea ed encefalica maggiore con il freddo.

Alcuni scienziati hanno accolto la teoria con scetticismo

L’ipotesi evoluzionistica di Brusatte ha però diviso il mondo della scienza. Non tutti gli esperti infatti concordano sulla stretta correlazione fra temperatura dell’ambiente e lo sviluppo corporeo umano. Fra questi c’è Adrian Lister del Museo di Storia Naturale di Londra, secondo cui le dimensioni dei mammiferi dipendono dalla disponibilità di cibo e risorse. È il caso, ad esempio, degli umani hobbit dell’Indonesia che un tempo abitavano l’isola di Flores. «Non siamo realmente controllati dalla selezione naturale», ha dichiarato al Guardian. «Inoltre oggi indossiamo vestiti e disponiamo di riscaldamenti e aria condizionata». Lo scienziato è però convinto che, senza la presenza dell’uomo, molte altre specie di mammiferi potrebbero condurre una vita migliore.

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