Chi l’avrebbe mai pronosticata un’evoluzione del genere del confitto in Crimea? I nervi restano tesi, la guerra si avvicina sempre di più, ma la situazione nella penisola del Mar Nero è fluida. E presto il destino di questo pezzo di terra conteso tra Ucraina e Russia potrebbe prendere una piega inaspettata dopo l’annessione illegale da parte di Mosca nel 2014. Secondo quanto raccolto da Politico, le persone in Crimea parlano di fibrillazioni crescenti, mentre l’arrivo delle ostilità è considerato solo una questione di tempo, con gruppi di sabotatori e partigiani che si stanno preparando a combattere sul territorio. La frustrazione e il panico aumentano: è diventato quasi impossibile ottenere un posto libero in ospedale, a causa del numero di feriti russi portati dai fronti, mentre i ricconi russi stanno cercando in tutti i modi di vendere le loro sfarzose case per le vacanze, ma senza trovare acquirenti.

Nove mesi dopo l’inizio dell’invasione, ora gli ucraini reclamano la Crimea
Di certo oggi lo scenario è parecchio cambiato: quando Vladimir Putin ha lanciato la sua invasione totale dell’Ucraina a febbraio, poche persone si aspettavano che nove mesi più tardi le forze ucraine potessero addirittura reclamare la Crimea. Eppure questa opzione ora non sembra più un’assurdità dal punto di vista militare, dopo che le truppe ben organizzate di Kyiv hanno dimostrato di poter respingere le forze nemiche nelle operazioni offensive intorno a Kharkiv nell’Ucraina Nord-Orientale e a Kherson nel Sud. Tamila Tasheva, rappresentante permanente del presidente ucraino Volodymyr Zelensky in Crimea, nutre grandi speranze che la penisola possa tornare davvero in mano ucraina. «Il nostro obiettivo è il ritorno di tutto il nostro territorio, che ovviamente include la Crimea», ha detto nel suo ufficio a Kyiv parlando a Politico. La 37enne, che ha tutta la famiglia residente nella penisola, sta lavorando allo scenario di una riconquista ucraina, con tutto ciò che ne conseguirà a livello giuridico, per far fronte alle complesse questioni di transizione che sorgeranno. Dice che mentre il governo ucraino preferirebbe che la Crimea «fosse restituita senza combattere, una via militare potrebbe essere l’unica soluzione».

I prezzi del cibo schizzano e i ricchi provano a vendere le case per le vacanze
Anche perché «la situazione è molto diversa rispetto al 2014. Abbiamo continui contatti con le persone in Crimea e ci comunicano di essere sempre più irritate dagli alti prezzi del cibo e dalla carenza di medicine», ha detto. «C’è stata un’impennata di proteste contro la guerra, soprattutto dall’inizio della coscrizione e della mobilitazione parziale». La differenza rispetto a otto anni fa è che «l’Ucraina ha un esercito forte e una leadership determinata che sta influenzando e rafforzando il pensiero della gente in Crimea». Per Putin, la Crimea è stata a lungo una causa sacra – l’ha definita una «parte inseparabile della Russia» – e questo ha portato molti in Occidente a temere che potesse diventare una specie di linea rossa strategica, invalicabile. Imperterriti, da agosto gli ucraini hanno però ripetutamente colpito obiettivi russi in Crimea, comprese basi aeree e navi. Il clima si è fatto irrespirabile dopo l’esplosione dell’8 ottobre che ha danneggiato il ponte sullo stretto di Kerch, una linea di rifornimento vitale tra la Russia e la Crimea. Gli abitanti della penisola sostengono che i russi siano nervosi e a caccia di simpatizzanti filo ucraini, temendo ulteriori atti di sabotaggio. Kyiv non ha mai rivendicato formalmente la responsabilità di quello che molto probabilmente era un camion bomba. Da allora, «ufficiali e soldati hanno trasferito le loro famiglie in Russia. E i ricchi hanno cercato di vendere le loro proprietà del valore di 500 mila dollari a un milione, ma il mercato è morto», riportano le testimonianze.

Gruppi di partigiani che dicono di aver corrotto anche il capo della polizia
«A causa delle sanzioni, molte persone hanno perso il lavoro. I prezzi di ogni cosa, soprattutto dei generi alimentari, sono saliti alle stelle e non c’è molta scelta. Se prima di febbraio guadagnavi 1.000 dollari al mese, per avere lo stesso tenore di vita ora devi prenderne 3 mila, e con l’industria del turismo morta è praticamente impossibile». Con il peggioramento della situazione, si stanno formando nuove cellule partigiane, dicono i cittadini della Crimea. «Il mio gruppo di patrioti si conosce bene: abbiamo studiato e lavorato insieme per tanti anni e ci fidiamo l’uno dell’altro. Ci stiamo preparando e sappiamo che mantenere la segretezza determinerà l’efficacia delle nostre azioni», ha detto un ex banchiere, che ha ammesso di essere alla guida di un gruppo di sette persone che vogliono sabotare le strutture militari utilizzando esplosivi rudimentali a base di nitrato di ammonio e gasolio. «Abbiamo pure un accordo con un capo della polizia che capisce che la Russia sta perdendo ed è preoccupato: ci darà la chiave del suo arsenale quando necessario, con la promessa che in seguito metteremo una buona parola per lui».
Il Cremlino voleva trasformarla in un’altra scintillante Sochi marittima
Le recenti vittorie militari dell’Ucraina nel Nord-Est e nel Sud del Paese stanno alimentando la fiducia intorno alla Crimea, e da quando le forze russe si sono ritirate dalla città di Kherson, a 130 chilometri dalla parte più settentrionale della penisola, la convinzione è diventata più forte. E pensare che, dopo aver conquistato la Crimea, il Cremlino aveva l’ambizione di trasformarla in un’altra scintillante Sochi marittima, o di mostrarla come rivale del Mar Nero alla Costa Azzurra francese. La costruzione di condomini è iniziata rapidamente, con l’intenzione di rendere Sebastopoli un importante centro culturale russo. Nel 2023 dovevano essere completati un nuovo teatro dell’opera, un museo e un’accademia di balletto. Circa 800 mila russi si sono trasferiti nella penisola dal 2014. Ma ora la guerra ha rovinato tutti i piani. Zelensky è convinto di essere in grado di liberare definitivamente la Crimea, ma l’Occidente è preoccupato. Il massimo generale americano, Mark Milley, ha messo in dubbio la capacità di reclamare militarmente la penisola, suggerendo che si tratterebbe di un’esagerazione. Ma la Casa Bianca non ha fatto marcia indietro rispetto alle osservazioni fatte il 26 febbraio dal presidente Joe Biden, quando ha chiarito la posizione di Washington: «Riaffermiamo una semplice verità: la Crimea è Ucraina».

Si alza la pressione militare: i russi innervositi dai droni ucraini
Le forze ucraine hanno aumentato il ritmo dell’attività militare nell’area e nelle sue vicinanze, utilizzando droni per colpire navi da guerra russe di stanza a Sebastopoli, la base della marina di Putin nel Mar Nero. Gli attacchi sembrano innervosire l’esercito dello zar, in particolare quelli effettuati da droni marittimi. Gli ucraini hanno poi ripetuto il raid più lontano, con un’operazione contro le navi da guerra nel porto di Novorossiysk, una città del Mar Nero nel Sud della Russia. Un residente della Crimea ha detto a Politico che gli attacchi dei droni sembrano aver costretto i comandanti russi a ripensare il posizionamento delle loro navi: «Un gruppo di navi da guerra russe fino a poco tempo fa era regolarmente al largo della costa vicino a casa mia. Li osservavo e se lanciavano missili contattavo la mia famiglia in varie città dell’Ucraina per avvertirli che i razzi stavano arrivando. Ma ora le navi da guerra si sono allontanate, erano troppo vulnerabili». I russi stanno rafforzando le loro difese, specialmente nel distretto di Dzhankois’kyi, la parte settentrionale della steppa della Crimea, secondo Andrii Chernyak della principale direzione dell’intelligence del ministero della difesa dell’Ucraina. I combattenti di Kyiv potrebbero buttare giù presto un altro ponte, usando una forma di tattica d’assedio tipica del XIIX secolo. Il futuro della Crimea non è mai stato così in bilico.