Non sarà affatto un’estate facile per il turismo in Crimea. Lo scoppio della guerra in Ucraina, negli ultimi mesi, ha dato il via a una grave crisi del settore, con un incremento dei viaggiatori che, a causa della sospensione dei voli e dei problemi di sicurezza, si sono visti costretti ad annullare gite e tour prenotati prima che la situazione precipitasse. «Circa il 50 per cento degli ospiti che avevano scelto il nostro hotel hanno deciso di sospendere tutto», ha spiegato al Moscow Times il portavoce di un resort nella città di Alushta.
La crisi del turismo in Crimea
Sfruttando il suo clima mite e un panorama costiero da cartolina, il governo russo ha investito miliardi di rubli nelle operazioni di trasformazione della penisola in uno degli hub di punta dell’attività turistica. E sin dal 2014, anno in cui il referendum ha sancito il distacco da Kyiv e l’annessione alla Russia (sebbene realtà come ONU e Stati Uniti continuino a considerarla illegale) si è dato da fare nella costruzione di nuovi servizi, come il ponte sullo stretto che la collega alla terraferma russa costato oltre 3 miliardi e mezzo di euro.

Tuttavia, i combattimenti sparsi nell’Est e nel Sud dell’Ucraina, tra bombe e raid aerei che hanno raso al suolo case, scuole e strutture alberghiere e reso necessaria la chiusura degli aeroporti locali, hanno segnato l’inizio di un tracollo che, con l’arrivo della bella stagione, rischia di tradursi nella quasi totale assenza di vacanzieri in zona e in una drammatica collezione di deludenti fatturati. «Per maggio e giugno stiamo macinando cancellazioni su cancellazioni perché le compagnie stanno annunciando l’interruzione delle tratte», ha sottolineato Leonid Volkov, presidente del Sindacato Nazionale Russo del settore ospitalità, all’agenzia di stampa sovietica RIA Novosti.
Tra cancellazioni e alberghi semivuoti
In assenza di collegamenti aerei diretti per la Crimea, infatti, sono stati diversi i turisti che hanno deciso di rimandare la vacanza o farsi rimborsare il biglietto piuttosto che intraprendere una traversata via terra. «Tour operator e compagnie aeree offrono ai clienti di modificare l’itinerario, in modo da partire dallo scalo di Sochi», ha aggiunto il portavoce di Alushta, «tuttavia, spostarsi verso la Crimea da Sochi richiede 12 ore di autobus o diversi treni». A confermare il declino i numeri dei soggiorni in albergo: a oggi, infatti, pensioni, residence e alloggi di lusso risultano pieni a meno del 45 per cento delle loro capacità.

Sicurezza in bilico
Ovviamente, al di là della logistica, ad alimentare il trend in negativo è il fattore sicurezza. Molti russi, infatti, optano per escludere la penisola dalla lista delle destinazioni dati i frequenti allarmi che le autorità locali hanno diramato, parlando più volte di «alto rischio di ostilità militari». Non è stata ancora riportata alcuna notizia di gravi incidenti nell’area ma, dall’inizio del conflitto, esplosioni hanno colpito la parte meridionale del Paese, con almeno un morto e una decina di feriti. Per chi, invece, decidesse di sfidare la sorte, il presidente della Crimea Sergei Sksyonov ha confermato che misure e protocolli verranno ulteriormente potenziati per salvaguardare i villeggianti da qualsiasi pericolo. «La zona è protetta», ha ribadito Svetlana Rus, a capo del sindacato che si occupa di monitorare i flussi turistici e il buon funzionamento delle attività turistico-ricettive, «non ci preoccupa il fatto che gli hotel adesso siano vuoti. Chi vuole venire qui a visitarci troverà un modo per raggiungerci».

Sochi e Caucaso del Nord in testa tra le alternative
Una visione forse fin troppo ottimista: le probabilità che la situazione migliori mentre imperversa la guerra sono davvero basse. E, nonostante diversi albergatori stiano abbassando i prezzi dei loro pacchetti per cercare di attrarre almeno chi abita nei dintorni, i resort nelle vicinanze di Sochi e del Caucaso del Nord si preparano ad accogliere sempre più visitatori. «Chi ne uscirà peggio da questo bailamme saranno i posti lontani dalla terraferma», ha concluso l’esperto di turismo domestico Ilya Umanskyl a Rosbalt, «posso dire con sicurezza che ne accuseranno il colpo più di qualsiasi altro luogo».