Il prorettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Alberto Zangrillo, si scaglia contro chi non lavora per settimane pur essendo asintomatico. Con un tweet, il prorettore, nonché direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell’Irccs ospedale San Raffaele, li chiama «lavativi seriali», riferendosi a chi a suo dire sfrutterebbe la positività al Covid, pur non avendo sintomi, per non lavorare. «Così si distrugge il Paese», scrive. Ed è subito fiume di polemiche, con tanti a rispondergli su Twitter alimentando il dibattito che ormai è sempre più frequente, in virtù del grande incremento di positivi in Italia.

Il tweet: «Lavativi seriali non lavorano settimane»
Alberto Zangrillo scrive poche parole, ma il dibattito che si è generato non è indifferente: «Accade che lavativi seriali, positivi al test Covid-19, non lavorino per settimane, sebbene asintomatici. Così si distrugge il Paese». Oltre 3mila i cuori che ne sono scaturiti, tantissimi anche i retweet. Ma piovono anche un gran numero di critiche. C’è chi lo accusa per i legami con Berlusconi e chi di aver «detto che il virus era clinicamente morto? Saranno lavativi per altri motivi sicuramente».
Accade che lavativi seriali, positivi al test #COVID19, non lavorino per settimane, sebbene asintomatici. Così si distrugge il Paese.
— Alberto Zangrillo (@azangrillo) July 7, 2022
L’isolamento dei positivi
E mentre i numeri continua a salire, come evidenziato tanto dai bollettini quotidiani (qui quello di ieri, 7 luglio) quanto dai report settimanali relativi all’incidenza e all’rt, il dibattito sull’isolamento si fa sempre più acceso. Appena qualche settimana fa lo aveva aperto il sottosegretario alla Salute Andra Costa, che propendeva per l’eliminazione della norma: «Credo che siamo molto vicini a questo traguardo. D’altronde l’obiettivo è quello della convivenza con il virus e se parliamo di convivenza non possiamo che rimuovere anche l’isolamento per i positivi». Ma gli scienziati si dividono. Massimo Galli dell’ospedale Sacco di Milano non è convinto: «Prima di togliere ulteriori misure di contenimento manterrei un profilo basso. Perché nel momento in cui eliminiamo un altro strumento di controllo, possiamo avere qualche brutta sorpresa e non in autunno, ma già in piena estate».
