Altro che Botswana e Sudafrica. Voli interrotti e collegamenti sospesi non basteranno a fermare la corsa di Omicron, se è vero che la nuova variante circolava nei Paesi Bassi già da qualche settimana. Tracce di B.1.1.529, questo il nome tecnico, spiegano oggi i funzionari olandesi, sono state ritrovate in campioni prelevati il 19 e il 23 novembre, prima che i paesi dell’Africa australe lanciassero l’allarme a livello globale. È durata così lo spazio di qualche giorno la teoria secondo cui il virus sarebbe arrivato ad Amsterdam attraverso gli aerei atterrati domenica scorsa.
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A bordo di questi viaggiavano 61 passeggeri positivi, quattordici di loro a Omicron. Il nuovo scenario, tuttavia, non scombina del tutto il quadro fin qui delineato. Il primo campione di variante resta, infatti, quello rintracciato in Africa e risalente allo scorso 9 novembre, come conferma l’Organizzazione mondiale della sanità. Certo sarebbe anche il maggiore rischio di reinfezione, mentre, sostengono gli esperti serviranno almeno tre settimane per conoscere la reale risposta dei vaccini. Dall’eventuale messa a punto di un nuovo farmaco, poi altri quattro mesi ci vorrebbero per l’approvazione in blocco nei Paesi dell’Ue, ha aggiunto Emer Cooke, direttore esecutivo dell’Ema. E intanto il virus corre e i casi ufficiali, al 29 novembre nel vecchio continente sono 42, distribuiti su dieci Stati. Molti di questi, diagnosticati in giovani tra i 20 e i 30 anni. I sintomi, per il momento, rimarrebbero lievi, anche se ogni affermazione risulta piuttosto relativa.

L’individuazione dei due casi di Omicron in Olanda
«Attraverso uno speciale test Pcr, si è riusciti a notare l’anomalia della proteina Spike», hanno spiegato dal National Institute for public Health contestualmente all’annuncio dei nuovi casi. «Così si è arrivati a covare il sospetto che potesse essere la variante Omicron. Adesso il personale sanitario avviserà le persone coinvolte e si avvierà la macchina del tracciamento». La struttura ha anche aggiunto che nei quattordici pazienti atterrati domenica e positivi a Omicron sono stati isolati diversi ceppi. «Ciò significa che le persone sono state molto probabilmente infettate in situazioni, luoghi e da fonti distanti fra loro».
Gli ultimi risvolti, quindi, complicano ulteriormente la possibilità di risalire all’effettiva comparsa di Omicron. Da quando il Sudafrica ha allertato il mondo, lo scorso 24 novembre, in seguito alla scoperta del paziente zero, si sono moltiplicati i casi individuati grazie ai test di sequenziamento del genoma. Una tecnologia che, però, non è nella disponibilità di tutte le nazioni. E qualora lo fosse, sottolineano gli scienziati, non offrirebbe certezze, «ma suggerimenti circa la possibilità che un caso sia o meno effettivamente riconducibile a Omicron». Intanto sono migliaia le persone contattate dalle autorità olandesi e coinvolte nelle procedure di tracciamento, che nell’ultimo periodo hanno viaggiato verso Sudafrica, Botswana, Eswatini, Lesotho, Mozambico, Namibia e Zimbabwe.

L’isolamento dei Paesi africani a causa di Omicron
Un’operazione imponente a cui si è aggiunto, in molti Paesi il blocco dei voli. Un provvedimento che ha preoccupato il segretario generale dell’Onu António Guterres per l’isolamento dell’Africa australe. D’altronde «il popolo africano non può essere incolpato per la scarsa disponibilità di vaccini», ha dichiarato. Una situazione denunciata anche dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa che ha parlato «di ingiuste discriminazioni», ritenendo i divieti inefficaci nel prevenire la diffusione della variante. Provvedimenti a detta del ministero degli esteri «punitivi per la sola colpa di aver mostrato una maggiore capacità e prontezza nel rilevare il rischio. Eppure «le eccellenze dovrebbero applaudite non castigate».
Covid, la situazione nei Paesi europei
Ma la paura di fare i conti con scenari mai dimenticati e ancora troppo vivi nella memoria è forte ovunque. L’Austria, introdotto l’obbligo vaccinale, ha quantificato in 3.600 euro la multa per quanti si sottrarranno all’inoculazione del farmaco. Più economica, cento euro, ma ripetuta con cadenza mensile, la sanzione per gli over 60 no vax in Grecia. Di diverso tenore i problemi tedeschi. Qui i contagi salgono a dismisura e con le strutture sanitarie al collasso, i pazienti sono stati trasferiti all’estero, Lombardia compresa. Anche per questo il neo cancelliere Olaf Scholz starebbe pensando all’obbligatorietà del vaccino.