È in continuo aggiornamento il bollettino delle varianti del coronavirus identificate e isolate dai ricercatori. Dopo la sudafricana e la colombiana oggi si torna a parlare della variante egiziana.
La variante egiziana isolata in Lombardia
In Lombardia lo scorso marzo una donna di 79 anni, dopo un lungo ricovero, era morta di Covid e il virus che le era stato diagnosticato aveva un’altissima carica virale, ma non rispondeva a una mappa genetica conosciuta. Per questo i ricercatori lo avevano isolato senza riuscire, al momento, a tracciarlo. Solo dopo mesi di studi si era arrivati a mappare la via percorsa dal punto d’origine alla paziente deceduta e risalire all’Egitto come punto di partenza della mutazione.
Le caratteristiche della variante egiziana
Sebbene poco diffusa, la variante egiziana ha una potente carica virale e per questo, si scopre oggi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità da mesi l’ha inserita nella lista delle “varianti d’interesse“ovvero quelle potenzialmente pericolose e passibili di elevato tasso di contagio. Consultando l’ultimo report dell’Istituto Superiore della Sanità datato 20 agosto inoltre si scopre che negli ultimi 45 giorni quella variante è stata identificata in 29 casi, più altri nei quali è associata anche a una mutazione della proteina “spike”, il cosiddetto “uncino” con cui il virus si attacca alla cellule dell’organismo.