Tra Covid, Delta e Omicron sbuca la nuova variante Deltacron. La nuova mutazione, individuata a Cipro, combina le due versioni del virus e da ore la comunità scientifica si interroga sul reale pericolo cui andrebbe incontro il genere umano. Ma dopo i 25 casi riscontrati sull’isola e le prime sequenze inviate a Parigi per essere analizzate dall’Istituto Pasteur, la svolta potrebbe essere già arrivata. Deltacron, secondo quanto dichiarato dal ricercatore Marco Gerdol, potrebbe essere «un artefatto».

Covid, la variante Deltacron forse un errore di analisi
Le prime stime riguardanti la nuova variante Deltacron, sembravano aver individuato elementi di una e dell’altra mutazione. Ma già dopo qualche ora, gli scienziati hanno cominciato a interrogarsi sull’effettiva validità della versione. Così si fa strada l’idea di una variante frutto di errori d’analisi di laboratorio. «Un artefatto», come spiega lo scienziato Marco Gerdol, frutto di «fenomeni di ricombinazione». D’altro canto, Leonidos Kostrikis, capo di laboratorio di Biotecnologia e Virologia molecolare all’Università di Cipro, continua a ribadire la correttezza dei dati ciprioti.
Deltacron, per Gerdol «non c’è da preoccuparsi»
Nonostante le rassicurazioni riguardanti la validità dei dati provenienti da Cipro, la comunità scientifica resta scettica. Gerdol spiega che analizzando «tutti i genomi potremmo trovare migliaia di casi apparentemente ibridi. Solo il 30 per cento delle sequenze che sembrano ibride lo sono realmente». Per lo scienziato «il più delle volte si tratta di semplici errori di sequenziamento, che non sono rari nel momento in cui diverse decine di campioni vengono analizzate in parallelo. Inoltre, sappiamo da tempo che alcune regioni genomiche sono più sensibili a questi tipi di contaminazioni e sono proprio quelle interessate da queste 24 sequenze». Il ricercatore sottolinea, quindi, che «Non c’è da preoccuparsi». Anche se ci fosse una reale ricombinazione tra le due varianti Delta e Omicron, «non c’è nessun motivo di ritenere a priori che la nuova ipotetica variante debba prendere il peggio delle due».

Tom Peacock, virologo di Londra: «Deltacron sembra essere una contaminazione»
«Deltacron sembra essere una contaminazione», ha scritto su Twitter Tom Peacock, virologo all’Imperial College di Londra. «I veri ricombinanti tendono ad apparire solo poche settimane o mesi dopo che c’è stata una sostanziale co-circolazione». E gli fa eco il professor Giorgio Gilestro, Neurobiologo dello stesso college, che parla dell’improbabilità che Deltacron soppianti Omicron: «Il fatto che si formi non basta: deve essere anche più performante di Omicron per diffondersi e questo è molto difficile. Per nulla scontato».
Small update: the Cypriot ‘Deltacron’ sequences reported by several large media outlets look to be quite clearly contamination – they do not cluster on a phylogenetic tree and have a whole Artic primer sequencing amplicon of Omicron in an otherwise Delta backbone.
— Tom Peacock (@PeacockFlu) January 8, 2022