Covid, allarme variante Delta in Europa: il picco tra dicembre e gennaio

Redazione
24/11/2021

È quanto sottolinea il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie nel suo ultimo rapporto

Covid, allarme variante Delta in Europa: il picco tra dicembre e gennaio

Cresce la preoccupazione del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie in merito alla diffusione della cosiddetta variante Delta del Covid. Nel rapporto presentato da Andrea Ammon, direttrice dell’Ecdc, si legge che « I recenti scenari elaborati dall’Ecdc indicano che il potenziale onere patologico nell’Ue dalla variante Delta sarà molto elevato a dicembre e gennaio, a meno che non vengano applicate ora misure di sanità pubblica in combinazione con sforzi continui per aumentare la somministrazione del vaccino nella popolazione generale»

Perché la variante Delta preoccupa

Il riferimento è circa la somministrazione della terza dose di vaccino, considerato elemento chiave nella lotta al Covid come specifica ancora il rapporto «Dall’inizio dell’anno, abbiamo assistito a un rapido avvio di programmi di vaccinazione nell’Ue che ha evitato con successo i decessi e ha ridotto i ricoveri e la trasmissione del virus. Ma ci sono ancora categorie e gruppi di età in cui la copertura vaccinale rimane inferiore a quanto auspicato, anche nei Paesi che hanno raggiunto una buona copertura vaccinale complessiva»

«Dobbiamo concentrarci con urgenza» ha precisato la direttrice «su come colmare questo divario immunitario, offrire dosi di richiamo a tutti gli adulti e reintrodurre misure non farmaceutiche».

Serve la terza dose di vaccino per tutti

Secondo l’Ecdc i Paesi dell’Unione europea dovrebbero prendere in considerazione una dose di richiamo per tutti gli adulti di età pari o superiore a 18 anni, con priorità per le persone di età superiore ai 40 anni e la dose di richiamo è raccomandata non prima di sei mesi dopo aver completato la vaccinazione primaria

«L’applicazione dei programmi di vaccinazione richiede tempo» spiega ancora l’organo «e il pieno effetto dei vaccini arriva solo due settimane dopo la vaccinazione  poiché vi sono prove di una diminuzione dell’efficacia del vaccino nel tempo contro l’infezione e la trasmissione, è anche importante mantenere o reintrodurre interventi non farmaceutici».

La conclusione è che «Motivare le persone a seguire queste misure è ancora più importante mentre ci avviciniamo all’inverno e alla stagione delle feste, quando piu’ persone viaggeranno e si riuniranno al chiuso».