505 giorni. O, scritto in lettere, cinquecentocinque giorni. 16 mesi. Tanta è durata la positività di un paziente immunodepresso e sarebbe potuta durare ancora di più, se poi l’uomo non fosse morto a causa del Covid, nonostante le terapie. Finora l’infezione Covid più lunga era stata quella di una donna di 48 anni immunocompromessa con diabete di tipo 2 e un linfoma a grandi cellule B alle spalle, rimasta positiva per 335 giorni. Il caso clinico, parte di una ricerca più ampia, sarà presentato a Lisbona al congresso della Società Europea di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive da esperti del King’s College London and Guy’s and St Thomas’ NHS Foundation Trust.

Covid da record, anche un altro paziente positivo per più di un anno
Gli scienziati hanno studiato, tra marzo 2020 e dicembre 2021, nove pazienti Covid ricoverati a Londra: tutte persone che avevano il sistema immunitario indebolito a causa di trapianti d’organo, infezioni da Hiv, cancro o terapie mediche per altre malattie. Cinque dei nove pazienti sono sopravvissuti: due hanno vinto il virus da soli, gli altri due dopo aver ricevuto anticorpi monoclonali e antivirali. Le infezioni sono persistite in media per 73 giorni: l’altra persona ad aver superato l’anno di positività ha ancora l’infezione (412 giorni), nonostante la terapia con anticorpi.

Covid da record, il possibile legame tra nuove varianti e “eterni positivi”
Gli esperti hanno periodicamente sequenziato il virus nei nove pazienti, verificando l’insorgere nel tempo di mutazioni presenti in varianti note come Alfa, Delta e Omicron: dallo studio emerge la possibilità che le nuove varianti del virus possano nascere negli “eterni positivi”, immunocompromessi che non riescono a debellare il nemico. Lo studio ha anche documentato il primo caso di infezione occulta: un paziente, negativo a vari test, è risultato poi di nuovo positivo a una variante ormai non più circolante, a testimonianza del fatto che il virus era rimasto nascosto nell’organismo da lungo tempo.