I sabati delle manifestazioni contro il certificato verde stanno danneggiando duramente albergatori, ristoratori e commercianti delle principali città italiane. Proprio adesso che sono in arrivo le settimane dello shopping natalizio. Inoltre, a preoccupare è anche l’impennata di contagi a Trieste, dove le proteste cominciate con lo sciopero dei portuali state più partecipate. Per questo, il Viminale corre ai ripari: i No Green Pass potranno protestare, ma senza cortei nei centri cittadini e nelle vie dello shopping. Saranno ammessi solo sit-in, con obbligo di mascherina all’aperto in caso non sia possibile rispettare la distanza di sicurezza e divieto di avvicinarsi a luoghi sensibili. In attesa di una circolare del ministero dell’Interno, i prefetti hanno comunque già iniziato a pianificare, in accordo con i sindaci, una serie di provvedimenti.
Proteste No Green Pass, le piazze off limits
A fare da apripista è stata nei giorni scorsi la prefettura di Trieste, che ha vietato fino al 31 dicembre la concessione ai manifestanti di piazza Unità d’Italia, diventata il teatro delle proteste nella città giuliana. Da Nord a Sud, presto saranno off limits piazza Fontana a Milano, insieme alla zona del Duomo e di Brera, piazza Castello a Torino, piazza Maggiore a Bologna, Santa Croce e Santa Maria Novella a Firenze, piazza del Popolo a Roma. A Napoli le proteste No Green Pass saranno vietate in piazza Dante e del Plebiscito, oltre che sul lungomare. Divieto di cortei e anche di sit-in, poi, in piazza del Ferrarese a Bari e piazza Sant’Oronzo a Lecce, in piazza Garibaldi a Cagliari e piazza Verdi a Palermo.
Proteste No Green Pass, tra diritto di manifestare e lavorare
«Manifestare per le proprie idee è giusto e doveroso, ma nel rispetto dei diritti e della libertà di tutti. Diritto e libertà di vivere la propria città, e delle imprese di poter lavorare. In particolare quelle del commercio, dei servizi e del turismo che più di tutte hanno pagato un prezzo durissimo alla crisi sanitaria», ha dichiarato il presidente della Confcommercio Carlo Sangalli. «Non possono vietarci di manifestare. La soluzione sarebbe uscire dal centro e siamo disposti a farlo per rispetto dei commercianti, a differenza del governo che non rispetta nessuno», ha affermato Marco Liccione, portavoce del movimento Variante Torinese, che tutti i sabato, da mesi, porta in piazza migliaia di persone contro il Green Pass: «Piazza Castello non è il simbolo della rivolta. Il simbolo della rivolta sono le persone. Se ci permetteranno di manifestare in altro luogo ci saremo, altrimenti sarà una dittatura conclamata».