In Polonia, in due allevamenti di visoni, è stata identificata una variante sconosciuta del virus SARS-CoV-2. La scoperta, fatta dall’Istituto nazionale di ricerche veterinarie di Puławy e da ricercatori dell’Erasmus University Medical Centre di Rotterdam, è stata pubblicata su Eurosurveillance, rivista dello European Centre for Disease Prevention and Control.

La nuova variante del virus presenta circa 40 mutazioni aggiuntive
Tra settembre del 2022 e gennaio del 2023, spiegano i ricercatori, sono state rilevate infezioni da SARS-CoV-2 in tre allevamenti polacchi di visoni, ubicati a pochi chilometri l’uno dall’altro. L’analisi del genoma dei virus ha concluso che quelli identificati in due dei tre allevamenti erano imparentati con con la variante B.1.1.307, circolata oltre due anni fa nell’uomo. Rispetto a questa, la nuova versione del virus, presentava circa 40 mutazioni aggiuntive.

Resta ancora da capire come sia avvenuto il contagio dei visoni
Nessuno dei lavoratori negli allevamenti né i membri delle loro famiglie è risultato positivo al Coronavirus, precisa lo studio. E nessuno degli animali risultati positivi mostrava segni della malattia. È questo, spiegano i ricercatori, a far preoccupare, in quanto essendo capace di “camuffarsi” «crea la possibilità di un’evoluzione indipendente del virus e può renderli una sorgente per futuri focolai con nuovi ceppi». Gli scienziati, che stano cercando di ricostruire l’origine di questa variante Covid, sottolineano la necessità di intensificare la sorveglianza estendendola anche agli animali selvatici. Resta ancora da capire come sia avvenuto il contagio dei visoni, mammiferi sfruttati per la produzione di pellicce. Non è esclusa la possibilità infatti che la variante possa provenire da un luogo sconosciuto o da un serbatoio animale non ancora rilevato. Da dicembre 2021 tutti gli allevamenti di visoni in Polonia sono stati testati per la presenza di SARS-CoV-2: la normativa del Paese prevede l’abbattimento di tutti gli esemplari in presenza di un tasso di mortalità superiore al 10 per cento o in caso di trasmissione del virus all’uomo.