Era bell’o cafè

Marco Zini
27/05/2021

A Montecitorio scoppia la polemica sul bar. Il locale chiude alle 18 e i deputati per rifocillarsi devono uscire dal palazzo. Almeno sul bancone la maggioranza è solida: «Siamo in zona gialla, bisogna rivedere gli orari».

Era bell’o cafè

Più che un caffè sospeso, è un caffè impossibile. Stesso discorso per l’aperitivo. Dopo le 18 gli onorevoli che si aggirano nei corridoi di Montecitorio non possono rifocillarsi: il bar è chiuso per il rispetto delle norme anti-Covid. Bisogna recarsi fuori dal Palazzo per consumare un frugale pasto tardo-pomeridiano o, volendo, fare un apericena.

Effetto Covid, bar chiuso alle 18

Gli effetti della pandemia hanno davvero lasciato a bocca asciutta i parlamentari, E più di un deputato ha sbottato, non appena si sono spente le macchinette. «Dappertutto sono aperti i bar fino a sera, solo qua dentro no. Eppure siamo a Roma che è zona gialla», ha sorriso amaro, come il caffè che non ha potuto bere, un deputato del Partito democratico, arrivato appena fuori orario. Cinque minuti e il lucchetto era già scattato, nessuna deroga. «Si potrebbe pensare a qualcosa di diverso, almeno quando ci sono i lavori d’Aula», ha risposto, sgomento e pensoso, un altro potenziale avventore, con spilletta leghista di ordinanza a brillare sulla giacca. L’alleanza di governo, almeno sui bar alla Camera, sembra reggere.

L’affaire-caffè: un “caso di Camera”

L’affaire-caffè è quindi diventato caso di Stato, pardon di Camera, investendo finanche l’Ufficio di presidenza di Montecitorio. La richiesta è stata rivolta ai questori, deputati (in tutti i sensi) a decidere sulle nuove misure anti-contagio. E proprio in queste ore, raccontano da Montecitorio, sono stati interpellati gli esperti per stabilire gli eventuali nuovi orari. Un gran consulto per capire se continuare così o assumere qualche “rischio calcolato”, consentendo ai deputati di pasteggiare o sorseggiare un caffè oltre le 18. Nel solco degli altri locali della Capitale.

Aperturisti e chiusuristi anche sul caffè

Ma la politica è fedele a se stessa. Anche su questo punto non manca il dibattito tra aperturisti e chiusuristi: c’è chi vuole aprire per tutto il giorno, ricordando l’era pre-Covid, e chi invece, con maggiore prudenza, suggerisce di osservare i dati, di evitare fughe in avanti. «Qua dentro il rischio contagio è sempre alto», sussurrava appena qualche giorno fa un deputato di lungo corso. Nel mezzo c’è poi un altro nodo da sciogliere che sta più a cuore i giornalisti: la riapertura del Transatlantico, il corridoio dei passi perduti, oggi diventato un’estensione dell’Aula per limitare i rischi di assembramento. La previsione? «Fino a dicembre resta off-limits».