Covid in Lombardia: contagi record e caos tamponi, Omicron al 40%

Redazione
23/12/2021

I nuovi positivi sono 12.913, il numero più alto da inizio pandemia. La nuova variante è al 40 per cento. Sistema di tracciamento in tilt.

Covid in Lombardia: contagi record e caos tamponi, Omicron al 40%

La Lombardia segna il record assoluto di contagi in regione da inizio pandemia. Giovedì 23 dicembre sono 12.913 i nuovi positivi con 205.847 tamponi effettuati per un tasso di positività del 6,2 per cento. È quanto emerge da un report reso noto dalla direzione Welfare. I casi positivi degli ultimi sette giorni sono 51.456, con un’incidenza di 513 per 100 mila abitanti, ma i ricoverati nei reparti ordinari sono 1.408 (+56 rispetto a ieri), con una percentuale di occupazione di posti letto pari al 13,8 per cento. Sono 162, invece (due in meno di ieri), i ricoverati in terapia intensiva, con un’occupazione dei posti letto del 10,6 per cento; 45 i decessi. Tra le province Milano registra ben 5.587 di cui 2.518 a Milano città (con oltre 30 mila persone in quarantena); seguono Bergamo con 833 e Brescia con 844.

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Fontana: la Lombardia resta in zona bianca

Dati preoccupanti ma che – almeno per ora – non faranno scivolare la Lombardia in zona gialla come ha annunciato il presidente di Regione Attilio Fontana. «I dati di questa settimana», ha spiegato il governatore, «registrano il tasso di occupazione dei posti letto in area medica ancora sotto il 15 per cento, anche se, come in tutto il territorio nazionale, stiamo assistendo a una crescita importante dei contagi che ci spinge a tenere monitorata la situazione».

In Lombardia è Omicron il 40 per cento dei contagi

Continua però a correre la variante Omicron che ormai in Lombardia rappresenta il 40 per cento delle nuove infezioni. Al momento, però, i ricoverati con variante sudafricana in Lombardia sono solo sei, nessuno dei quali in terapia intensiva. La variante Delta, nonostante la crescita di Omicron, resta la prevalente in tutte le province, tranne in quella di Sondrio dove prevale ancora la Alpha.

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il bollettino della Regione Lombardia.

Sistema di tracciamento: è caos tamponi 

Con un aumento tale dei casi, il sistema del tracciamento in regione è andato in tilt. I medici di famiglia non riescono a prenotare i tamponi molecolari nei centri pubblici a causa del malfunzionamento del portale Ats Milano. Le farmacie sono prese d’assalto, con file di ore per i test. Code interminabili, si parla di oltre tre ore, anche nei due drive through di Trenno e Linate gestiti dal San Paolo-San Carlo e dall’esercito e nel centro di via Pace gestito dal Policlinico. A lanciare l’allarme anche il presidente presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano, Roberto Carlo Rossi, che si è detto «molto preoccupato per la situazione dei tamponi e il malfunzionamento dei sistemi informatici. La situazione è ingestibile e la si nota dalle lunghe file davanti alle farmacie». Questo malfunzionamento, ha aggiunto, «non solo crea grandi difficoltà ai medici, di tempo e di risorse, ma li rende anche “colpevoli” di fronte ai pazienti, aumentando ulteriormente il contenzioso medico-paziente, già reso incandescente da alcune dichiarazioni sconsiderate dell’assessore al Welfare». In una nota Rossi ha poi spiegato che la Regione ha risolto parzialmente la situazione, autorizzando la richiesta del tampone con semplice foglio di ricettario o semplice e-mail del medico al paziente.

Monitoraggio del personale sanitario ogni sette giorni non più ogni 14

Intanto la direzione Welfare lombarda cerca di correre ai ripari, a partire dal monitoraggio del personale sanitario: i test saranno eseguiti ogni sette giorni, non più ogni 14. «L’esecuzione dei test per il personale a diretto contatto con pazienti immunosoppressi o operante nei centri dialisi», si legge in una nota, «passa da una frequenza di un test ogni 14 giorni a un test ogni 7. Per il personale sanitario e socio-sanitario non impiegato in contesti con la presenza di soggetti ad alto livello di immunosoppressione, la frequenza dei test viene portata da un test ogni 30 giorni ad almeno un test ogni 14. Le nuove regole valgono anche per gli operatori socio-sanitari impegnati nelle Rsa». La direzione Welfare, inoltre, ha raccomandato agli ospedali e alle strutture socio-sanitarie l’uso delle mascherine Ffp2 per il personale a diretto contatto con i pazienti nei reparti degenza.