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Covid, tra lockdown e proteste: le crisi di Austria, Germania e Belgio

Ancora difficile la situazione nei tre paesi del centro Europa. La Germania apre a nuove restrizioni, l’Austria da oggi in lockdown totale, il Belgio fa i conti con la guerriglia di ieri.

22 Novembre 2021 16:41 Redazione
Covid, tra lockdown e proteste: le crisi di Austria, Germania e Belgio. Numeri in costante aumento e situazione critica nei tre paesi europei

Il Covid continua a correre in tutta Europa. Austria e Germania, a cui si accoda anche il Belgio, sono sempre i paesi che vivono le situazioni più critiche. I governi dei rispettivi paesi si stanno muovendo in maniera netta per tentare di difendersi dall’aumento dei positivi, ma i numeri dicono che attualmente non è stato fatto abbastanza. I cittadini, inoltre, non hanno visto di buon occhio le nuove restrizioni. Tra lockdown, dichiarazioni importanti e proteste, ecco la situazione nei tre paesi.

Germania: l’appello del ministro della sanità Jens Spahn

«Probabilmente entro la fine di questo inverno, come a volte si dice cinicamente, praticamente tutti in Germania saranno vaccinati, guariti o morti». Con questa frase molto forte e di grande impatto, il ministro della sanità tedesco, Jens Spahn, ha dato il quadro sul critico momento storico vissuto dal suo paese. La pandemia prosegue e i numeri nelle regioni tedesche, soprattutto in Sassonia, continuano ad aumentare impietosamente. Spahn è stato criticato per una visione definita troppo critica, ma ha rispedito al mittente l’attacco: «Con la variante Delta altamente contagiosa è molto probabile che ciò accada e questo è il motivo per cui raccomandiamo di vaccinarsi con questa urgenza». Si procede ogni giorno con grande cautela, ma la curva dei contagi è ripida e in costante salita. Solo nelle ultime 24 ore i nuovi positivi in Germania sono stati oltre 30mila e la stessa Angela Merkel ha parlato di «misure inadeguate».

Austria: il lockdown totale potrebbe essere prorogato

L’Austria, intanto, fa i conti con la propria emergenza. Se soltanto una decina di giorni fa si era passati dalla regola 3G alla 2G, da oggi nel paese vige un lockdown totale, per vaccinati e non. «Si tratta pur sempre di un’imposizione, ma è lo strumento più affidabile», ha spiegato il ministro della salute, Wolfgang Mückstein. Il lockdown dovrebbe essere di 3 settimane, ma pare che al vaglio del governo ci sia una eventuale proroga. La popolazione austriaca, attualmente vaccinata al 66 per cento, non ha gradito particolarmente la scelta, nonostante la situazione critica. Colpa anche di alcuni politici, secondo il cancelliere Alexander Schallenberg: «Ci sono troppe forze politiche che fanno campagna contro il vaccino, le conseguenze di questo sono terapie intensive intasate ed enorme sofferenza umana. Non è stato facile prendere questa decisione, a nessuno piace adottare misure che limitano la libertà». E a proposito di restrizioni, dall’1 febbraio 2022 l’Austria partirà con la vaccinazione obbligatoria.

Belgio: 35mila in piazza contro le restrizioni

Neanche la popolazione del Belgio ha particolarmente gradito le nuove restrizioni imposte dal governo. Ieri sono stati 35mila i cittadini scesi in piazza per manifestare, generando una vera e propria guerriglia contro le forze dell’ordine. «Voglio ringraziare la polizia per il lavoro svolto e dare il mio sostegno ai poliziotti feriti. La violenza non è accettabile», ha dichiarato il premier belga Alexander De Croo. Il Belgio vive un momento critico, superando quotidianamente i 10mila nuovi positivi.

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