Covid Italia: Rt in lieve aumento, cala l’incidenza
Scendono rianimazioni e ricoveri. 12 regioni a rischio moderato e 9 basso. I dati del report settimanale dell’istituto Superiore di Sanità.
Calano incidenza settimanale, rianimazioni e ricoveri. Sale, seppur di poco, l’Rt. È quanto emerge dal report con i dati principali del monitoraggio Covid-19 della Cabina di regia dell’Istituto Superiore di Sanità-ministero della Salute: «Nel periodo 10–23 agosto l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,81, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente», si può leggere.
Covid Italia, scende l’incidenza
«L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è sotto la soglia epidemica: Rt=0.85 (0,82-0,89) al 23 agosto contro Rt=0.75 (0,72-0,77) al 15 agosto», indica il report dell’Istituto Superiore di Sanità. Scende, buona notizia, l’incidenza settimanale a livello nazionale: 243 ogni 100 mila abitanti (26 agosto -1 settembre) contro 277 ogni 100 mila abitanti (19 agosto -25 agosto).

Covid Italia, giù rianimazioni e ricoveri
La situazione dei reparti Covid continua a migliorare. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è infatti in calo al 2,1 per cento (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 1 settembre ) contro il 2,4 per cento (rilevazione al 25 agosto). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 7,7 per cento (rilevazione al 1 settembre) contro 9,4 per cento (rilevazione al 25 agosto).
Covid Italia, 12 Regioni a rischio moderato
Dodici regioni sono classificate a rischio moderato, nove sono classificate a rischio basso. Nove regioni e province autonome riportano almeno una allerta di resilienza. Due regioni riportano molteplici allerte di resilienza, registra il report.

Covid Italia, come sono stati rilevati i nuovi casi
La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente (12 per cento contro 13 per cento). In aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (48 per cento contro 45 per cento), e in diminuzione la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (40 per cento contro 42 per cento).