Covid, i dati Gimbe: in 7 giorni -12,9 per cento di contagiati
I numeri del monitoraggio della Fondazione parlano chiaro e mostrano un calo netto tra positivi, ricoverati e decessi. Ma il presidente Nino Cartabellotta chiede cautela e attacca il piano per la riaperture delle scuole: «Inadeguato».
Le autorità sanitarie di tutto il mondo si dividono sul destino del Covid. L’Oms ieri ha ammesso che la fine della pandemia, stavolta, sembra quantomeno vicina. In Italia la curva epidemica è in discesa ormai da settimane e i numeri dei bollettini quotidiani pubblicati dal ministero della Salute (qui quello di ieri) sembrano dare conferme a questa teoria. Anche la Fondazione Gimbe, con i dati settimanali relativi a contagi e ospedalizzazioni, sottolinea la diminuzione dei positivi e dei ricoverati. Ma occhio ad abbassare la guardia. Secondo il presidente Nino Cartabellotta, infatti, «il piano per l’anno scolastico 2022-2023 è inadeguato». E proprio la scuola e il ritorno in presenza potrebbero essere fattori di rischio per una risalita dei contagi, come dichiarato anche dal virologo Matteo Bassetti.

I dati Gimbe: -12,9 per cento di contagiati in 7 giorni
Il Covid arretra e i ricoverati diminuiscono. Secondo lo studio della Fondazione Gimbe, nella settimana dal 7 al 13 settembre, rispetto ai 7 giorni precedenti, i nuovi casi sono scesi del 12,9 per cento. Il monitoraggio rileva che a diminuire sono anche i ricoverati, tanto in terapia intensiva, dove il calo è dell’11,9 per cento, quanto nei reparti ordinari, con un -13,3. A registrare una diminuzione importante sono anche le vittime. La media di deceduti nella settimana di riferimento è di 55 al giorno, contro i 64 del precedente report: in totale sono stati 383. L’incidenza resta sotto i 500 casi per 100mila abitanti in tutte le province.
Cartabellotta sul piano scuole: «Inadeguato»
La Fondazione, poi, passa all’attacco. Il presidente Nino Cartabellotta parla di un aspetto cruciale della lotta al virus: la riapertura delle scuole e la gestione di istituti, professori e studenti. Un tema che, secondo lui, «nel vortice della campagna elettorale non ha ricevuto l’attenzione necessaria». Cartabellotta entra nel dettaglio: «Il piano predisposto per l’anno scolastico 2022-23 appare inadeguato non tanto per le misure previste, quanto per le raccomandazioni spesso generiche e, soprattutto, per le eccessive responsabilità scaricate sulle scuole, prive delle necessarie risorse e competenze sanitarie. Il rischio è quello di un impatto rilevante sulla circolazione virale e sulla salute pubblica, ma anche sui giorni di scuola perduti».

Il vademecum del ministero dell’Istruzione: vaccini, gestione dei sintomi e finestre
Tra gli aspetti criticati da Cartabellotta, che riprende i punti cruciali del vademecum inviato alle scuole dal ministero, ci sono vaccini, sintomi e fattori ambientali. Sulla vaccinazione il presidente della Fondazione Gimbe evidenzia come le percentuali di immunizzati con due o tre dosi nelle fasce 5-11 anni e 12-19 anni siano modeste, sotto il 50 per cento. Sulla gestione dei sintomi, invece, spiega che «la valutazione viene affidata a genitori e personale scolastico, con impatto imprevedibile sia sull’assenteismo sia sulla circolazione del virus». E poi i fattori ambientali. Le scuole non sono pronte a livello di ventilazione e aerazione: «Il ben noto protocollo finestre aperte quest’anno durante la stagione fredda si scontrerà con quello finestre chiuse imposto dalla crisi energetica».
«#Scuola: il ben noto protocollo “finestre aperte” quest’anno si scontrerà con quello “finestre chiuse” imposto dalla crisi energetica»
Report #GIMBE— Nino Cartabellotta (@Cartabellotta) September 15, 2022