Sono 71.947 i nuovi casi di Covid registrati nelle ultime 24 ore: al momento, in Italia ci sono più di un milione di persone positive al Coronavirus. A fronte di 262.557 tamponi processati, compresi i test rapidi, il tasso di positività è al 27,4 per cento (ieri 26 per cento). 57 i decessi. Aumentano ancora i positivi ricoverati in ospedale. Le persone in terapia intensiva sono adesso 291 (+16 rispetto a ieri), mentre i pazienti nei reparti ordinari 7.212 (+177). I decessi totali, dopo alcuni riconteggi, arrivano a 168.545. Il numero dei positivi dall’inizio della pandemia, compresi morti e guariti, sale a 18.768.871. I guariti sono 17.590.383

Covid Italia, continuano a crescere le reinfezioni
Continua a crescere la quota di italiani contagiati dal Covid dopo avere già superato precedenti infezioni: nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati risulta pari a 9,5 per cento, in aumento rispetto alla settimana precedente (8,4 per cento). È quanto emerge dal report esteso dell’Istituto Superiore di Sanità sull’andamento della pandemia. Complessivamente, si legge, «dal 24 agosto 2021 al 28 giugno 2022 sono stati segnalati 587.347 casi di reinfezione, pari al 4 per cento del totale dei casi notificati». L’analisi evidenzia un aumento del rischio di reinfezione nei soggetti con prima diagnosi di Covid-19 notificata da oltre 210 giorni, rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi fra i 90 e i 210 giorni precedenti. Inoltre, il rischio di reinfezione è superiore nei soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni, rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni. In generale, risultano a maggior rischio di reinfezione sono le donne, i più giovani, gli operatori sanitari.

Covid Italia, Iss: «Aumento di casi non notificati»
«In questa fase, caratterizzata dalla circolazione di varianti altamente trasmissibili, c’è verosimilmente stato un forte aumento della quota di persone che hanno avuto un’infezione non notificata ai sistemi di sorveglianza per motivi legati a fenomeni di sottodiagnosi o “autodiagnosi”. Questo potrebbe portare alla sottostima del tasso di incidenza, e quindi del rischio relativo, ed efficacia vaccinale», precisa l’Istituto Superiore di Sanità.