Covid, tornano a salire Rt e incidenza
Continua però a diminuire la pressione sugli ospedali in Italia, sia nelle terapie intensive che nei reparti ordinari. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità.
Dopo cinque settimane di calo tornano a salire in Italia indice Rt e incidenza dei casi Covid. Quest’ultima cresce a 510 casi ogni 100 mila abitanti, contro 433 ogni 100 mila di sette giorni fa. Lo ha reso noto il ministero della Salute nel consueto report esteso sulla pandemia. Le regioni che registrano le incidenze più elevate sono Umbria (993,4/100 mila), Calabria (780,7) e Marche (752). Nel periodo 16 febbraio – 1 marzo, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,83, in aumento rispetto alla settimana precedente, quando era 0,75, ma comunque al di sotto della soglia epidemica. Lo stesso andamento viene registra per l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero: l’ Rt è pari a 0,82, a fronte dello 0,77 di una settimana fa.

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Covid in Italia, ancora in calo la pressioni sugli ospedali
L’Istituto Superiore di Sanità sottolinea che continua a diminuire la pressione sugli ospedali in Italia, sia nelle terapie intensive che nei reparti ordinari. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 5,5 per cento, contro il 6,6 per cento della rilevazione del 3 marzo. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è al 12,9 per cento. Una settimana fa era al 14,7 per cento.

Covid in Italia, cinque Regioni a rischio moderato
Sono cinque le Regioni classificate a rischio moderato, di cui una ad alta probabilità di progressione verso il rischio alto. Le restanti Regioni e Province autonome sono tutte classificate a rischio basso. Nove Regioni, evidenzia il report dell’ISS, riportano almeno una singola allerta di resilienza e una Regione riporta molteplici allerte di resilienza. In leggero aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti: 17 per cento (era al 16 per cento), così come quella dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (37 per cento, con un aumento di due punti). Diminuisce invece quella dei casi diagnosticati attraverso attività di screening: 46 per cento contro 49 per cento.