Sale ancora il tasso di occupazione in terapia intensiva, così come quello nei reparti ospedalieri di area non critica. Il Covid, in particolare la sua variante Omicron, continua a correre in Italia, come dimostrano anche l’aumento dell’Rt nazionale (che sale a 1,56) e dell’incidenza, che si attesta a 1.988 contagi su 100mila abitanti. In forte diminuzione, invece, i casi rilevati con tracciamento dei contatti. È quanto emerge dal report settimanale sulla pandemia, diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità.
Covid, occupazione delle TI al 17,5 per cento
Risulta in crescita il tasso di occupazione delle terapie intensive: 17,5 per cento al 13 gennaio, contro il 15,4 per cento rilevato una settimana prima. Questa la media a livello nazionale. Per le terapie intensive, i valori più alti di occupazione per pazienti Covid si registrano nelle Marche (28,2 per cento, a fronte della soglia di allerta del 15 per cento), nella provincia autonoma di Trento (al 27,8 per cento) e in Friuli-Venezia Giulia (al 23,4 per cento). Anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale e raggiunge il 27,1 per cento (contro 21,6 per cento del 6 gennaio). Il valore più alti di occupazione per pazienti Covid nei reparti di area non critica si riscontra in Valle d’Aosta: 53,5 per cento, quando la soglia d’allerta è fissata al 10 per cento.

Covid, l’incidenza nazionale: 1.988 casi ogni 100 mila abitanti
Continua ad aumentare l’incidenza settimanale a livello nazionale: «1.988 ogni 100 mila abitanti (7-13 gennaio) contro 1.669 ogni 100 mila abitanti (31 dicembre 2021-6 gennaio 2022)», come si può leggere nel report Iss. Cresce poi l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici, che «è stato pari a 1,56, in ulteriore aumento rispetto alla settimana precedente», quando si era assestato all’1,43, «e ben al di sopra della soglia epidemica».

Covid, scendono i positivi rilevati con tracciamento
In forte diminuzione la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in forte diminuzione (13 per cento contro il 16 per cento della scorsa settimana). Scende anche quella dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (48 per cento contro il 50 per cento). Aumenta al contrario la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening: 39 per cento, contro il 34 per cento di una settimana fa.