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Covid, l’Iss smonta le polemiche: mai detto che solo il 2,9 per cento dei morti è attribuibile al virus

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità il Covid-19 è stato direttamente responsabile dell’89 per cento decessi persone positive a test

25 Ottobre 2021 19:0025 Ottobre 2021 19:01 Redazione

«In relazione a quanto riportato da diversi media riguardo ai dati contenuti nel report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a SARS-CoV-2 in Italia pubblicato lo scorso 19 ottobre, ed al fine di promuovere una loro appropriata interpretazione si ritiene utile precisare che: nel rapporto non è affermato che solo il 2,9 per cento dei decessi attribuiti al Covid-19 è dovuto al virus. La percentuale del 2.9 per cento, peraltro riportata anche nelle edizioni precedenti, si riferisce alla percentuale di pazienti deceduti con positività per SARS-CoV-2 che non avevano altre patologie diagnosticate prima dell’infezione. La cifra peraltro è confermata dall’osservazione fatta fin dalle prime fasi della pandemia e ampiamente riportata in diversi studi nazionali e internazionali e rapporti anche dall’Iss, che avere patologie preesistenti costituisce un fattore di rischio. I rapporti congiunti ISTAT-ISS stilati sulla base dei certificati di morte riportano come COVID-19 sia la causa direttamente responsabile della morte nell’89 per cento dei decessi di persone positive al test SARS-CoV-2». È quanto chiarisce l’Istituto Superiore di Sanità in una nota.

L’Iss: le patologie croniche negli anziani sono molto comuni

«Indipendentemente dal COVID-19, si sottolinea che la presenza di patologie croniche nella popolazione anziana è molto comune. Un recente rapporto dell’Istat indica che solo il 15 per cento della popolazione anziana non soffrirebbe di patologie croniche e che circa il 52 per cento soffrirebbe di 3 o più patologie croniche. In considerazione del fatto che le patologie croniche rappresentano un fattore di rischio per decesso da COVID-19 e che queste sono molto comuni nella popolazione generale, non deve sorprendere l’alta frequenza di queste condizioni nella popolazione deceduta SARS-CoV-2 positiva» prosegue la nota.

L’Iss: falso che le patologie riscontrate nei morti di Covid li avrebbero comunque portati al decesso

Aggiunge l’ISS: «Non è inoltre corretto, altresì, affermare che le patologie riscontrate nei deceduti SARS-CoV-2 positivi avrebbero comunque portato a decesso “in tempi brevi”». La concomitanza di più patologie croniche nella stessa persona costituisce di per sé elemento di fragilità in genere compensato con appropriate terapie: il contrarre una infezione come SARS-CoV-2 si traduce in un aumentato rischio di complicanze e di morte. Sin dall’inizio della pandemia infatti, è stato censito un eccesso di mortalità nella popolazione, cioè un numero di deceduti superiore a quello degli anni precedenti, le cui stime sono periodicamente riportate nel rapporto congiunto Iss-Istat.

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